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sabato 2 giugno 2012

Andamento lento ... con la bicicletta

“Finché uomini e donne continueranno ad avere gambe, continueranno ad esistere le biciclette”.

Diamo voce al Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano per farci raccontare l'intensa attività che sta portando avanti in favore dell’ambiente.



Incontriamo alcuni rappresentanti del raggruppamento apartitico di associazioni che raccoglie le adesioni di 61 sigle tra turismo, sport, ambiente e ha tra i suoi obiettivi la promozione della mobilità ciclabile:
Lucio De Marcellis, Alessandro Tursi, Raffaele Di Marcello e Fabio Vallarola in rappresentanza di un gruppo più numeroso (tra cui Gianluigi Camillini, Dante Caserta, Giovanna Gotta, Mauro Vanni, Massimo Fiamma, Niels van Bemmelen, Valter Ciaffoni e altri).

Qual è lo stato di avanzamento della ciclabile costiera denominata Corridoio Verde Adriatico?
Sono completi i tratti dal Tronto fino a Cologna spiaggia, il territorio di Pineto fino alla Torre di Cerrano esclusa, l'area metropolitana con Montesilvano-Pescara-Francavilla, non tutta ciclabile, ma utilizzando il lungomare molto più sicuro della Statale 16.
Stesso discorso per Silvi e Roseto, quasi prive di ciclabili, ma almeno dotate di lungomare che permette di evitare la statale.
Poi da Ortona a Vasto c'è la vecchia ferrovia di 49 km che percorre tutta la Costa dei Trabocchi, per la quale è prevista la riconversione in ciclabile. Infine Vasto, che ha realizzato il collegamento con San Salvo Marina.

I punti dolenti sono al momento il tratto rosetano del Borsacchio, vero "buco nero" del sistema ciclabile regionale, e l'attraversamento del Vomano, dove c’è bisogno di una corsia protetta sul ponte SS 16.
Da citare la ciclabile Porto D’Ascoli-San Benedetto-Grottammare- Cupra marittima, che va al più presto collegata con quella della costa teramana per realizzare un tratto continuo di oltre 40 km da Cupra a Cologna.

A che punto siamo con la “cultura della bici” nel teramano?
L’alibi di molti amministratori per cui non servono le ciclabili poiché nessuno usa la bici è falso.

Il motto degli amministratori olandesi negli anni ‘60, quando si decise di ridurre l’uso dell’auto per puntare tutto sulla bici fu “costruite le ciclabili e i ciclisti verranno”.
E così è stato.

Già in molte città del nord la ciclo cultura è un tutt’uno con la cultura urbana di tendenza soprattutto tra i giovani: la bici fa moda e aggregazione, è divenuta sinonimo di stile di vita.
L’orografia da noi, però, incide: la costa è perfetta ma per l’interno siamo ai primissimi passi.

Già, le aree interne!
Una costa forte turisticamente lo è se ha alle spalle un territorio ricco di offerte.

Da qui la necessità di una serie di collegamenti mare-entroterra sfruttando le valli fluviali, quasi in piano, dove tutti possono pedalare agevolmente.

Ecco le proposte per la Ciclabile del Tordino, Teramo-mare, ma anche le piste in sede riservata o protetta lungo il Vibrata, il Salinello (dove si potrebbe sfruttare l’ampia carreggiata), il Vomano (lungo i percorsi esistenti nei pressi degli argini), del Piomba e del Saline-Fino.

Teramo-mare ciclabile. A che punto siamo?
La fase progettuale è avanzata; si è ipotizzato un tracciato e si sta procedendo ai rilievi delle proprietà e degli eventuali vincoli.

Entro la fine del 2012, il progetto preliminare dovrebbe essere pronto e, non appena la Provincia riuscirà a reperire i fondi (l’opera comporta un impegno economico considerevole) si potrà dare avvio ai primi lavori, magari suddividendoli in lotti. I tempi, purtroppo, dipendono dalle disponibilità.

Nulla vieta che ogni Comune inizi a realizzare i tratti di propria competenza, magari tracciando inizialmente un percorso per mountain bike.

Una volta “aperta la strada”, probabilmente, anche i privati saranno interessati a investire sul percorso, magari con punti di ristoro, agriturismi, ecc., finanziando piccoli tratti. In altre zone d’Italia si è iniziato con poco e adesso i percorsi ciclabili muovono un’economia di milioni di euro.

In cosa consiste la proposta di legge regionale sulla mobilità ciclabile?
È introdotto il concetto di "rete ciclabile", inteso come sistema condiviso, su base regionale, di percorsi ciclopedonali.

Tale rete viene poi meglio specificata su base provinciale e, con l'ausilio di appositi uffici che vengono creati in Regione e nelle quattro Province, tutti gli Enti interessati possono concentrare le risorse non più sulla singola opera ma su un tratto di un sistema più ampio.

Infatti, la singola opera, pensata magari per un solo Comune, diventa parte della viabilità ciclabile dell'intera Regione, collegandosi con il più ampio sistema di piste ciclabili che è stato studiato dalla FIAB (Bicitalia) per l'intero territorio nazionale che, a sua volta, si collega alla rete Eurovelo che attraversa tutta l'Europa.

La legge, quindi, non è più una semplice legge di finanziamento ma crea una vera e propria rete ciclabile regionale favorendo anche l'intermodalità bici+treno e bici+autobus.
Speriamo che la proposta sia condivisa da tutte le forze politiche e venga adottata al più presto dal Consiglio Regionale.

C'era anche l'idea di collegare i parchi marini dell'Adriatico attraverso sistemi di mobilità sostenibile?
Esiste una rete di lavoro tra tutte le Aree Protette marine e costiere dell'Adriatico con il nome di AdriaPAN (Adriatic protected Areas Network) e che è stata interessata, attraverso il Consorzio di gestione dell'Area Marina Protetta Torre del Cerrano, dall'idea di creare un sistema di mobilità turistica a basso impatto che si avvalesse dell'uso della bicicletta per i propri spostamenti.

L'idea ha avuto un immediato riscontro in particolare da parte delle aree protette centro adriatiche italiane e croate.

Si tratta del progetto che ha preso il nome di BySEAcle.
L'idea è di avviare una mobilità turistica su biciclette lavorando esattamente come si fa per la protezione delle specie migratrici dell'avifauna.

Il ciclo-turista è identificato come una specie in pericolo, cosa che sulle strade normali non è poi lontana dalla realtà, che trova rifugio all'interno delle aree protette avendo a disposizione piste ciclabili, ricettività adeguata, servizi, informazioni etc. e, quando deve lasciare l'area protetta, può trovare informazioni e servizi necessari per raggiungere sano e salvo la successiva zona verde in termini di piste esistenti per bici, trasporto in treno, in traghetto o in barca, punti di appoggio, associazioni attive.

Il Coordinamento pubblica le sue attività sul sito internet (www.abruzzoinbici.it/coordinamento) e su un gruppo Facebook.




Articolo redatto da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".

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