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sabato 26 luglio 2014

La valle delle mille sorprese!

Uno dei più importanti crocevia di scambi e comunicazioni in Abruzzo, nell’antichità, era la famosa direttrice tratturale del Celano- Foggia.

I tratturi erano autentiche autostrade d’erba che venivano calpestate da migliaia di animali e centinaia di uomini transumanti.

Si snodavano nelle aree interne determinando vere e proprie arterie irrinunciabili per i commerci e le economie locali.

Il Celano- Foggia costeggia il versante settentrionale del bacino denominato del Fucino, una lunga piana che taglia in due l’Abruzzo interno, costeggiando per lunghi tratti la famosa Tiburtina Valeria, toccando luoghi poco conosciuti agli stessi abruzzesi, luoghi di fascino e di bellezza, ricchi di storia e tradizioni farcite anche da leggende tramandate oralmente.

Come definire, per esempio, l’imponente torre trecentesca di Aielli se non un capolavoro di manufatto antico?

E che dire del fascino che emana dalle rovine del castello di Ortona de Marsi o dalle pietre della cittadella fortificata di Pettorano sul Gizio, pochi chilometri da Sulmona, patria del poeta romano Ovidio?

O ancora il Castello di Beffi?



Nel meridione della conca peligna lungo il suggestivo altopiano insistono paesini secolari come Goriano Sicoli, Raiano e gli antichi fortilizi di Castevecchio Subequo e Castel di Ieri.
Quest’ultimo borgo, scenografico con il suo castello a dominare l’abitato, annovera a pochi
chilometri un interessante santuario precristiano.

Numerosi scavi hanno fatto riemergere resti di un tempio dedicato a una divinità minore della fertilità, ma, giova dire, che sono ancora molte le zone circostanti che potrebbero essere oggetto di riesumazioni capaci di regalare oltre a reperti, anche squarci di luce sulle storie dei popoli italici che sono transitati attraverso le valli abruzzesi.

La vallata subequana nasconde altre importanti emergenze storiche e ambientali.
C’è da visitare il piccolo santuario della Madonna di Pietrabona e c’è da scoprire antichi e minuscoli abitati pastorali, oggi in gran parte intatti com’erano ai tempi d’oro della transumanza quando all’epoca della dominazione aragonese, il passaggio nei tratturi era disciplinato da leggi con pagamenti di dazi e possibilità di ricovero per pastori e bestie nelle famose chiese campestri disseminate lungi i percorsi.

Non lontano dalle gole di San Venanzio, l’abitato di Goriano era il punto di sosta per tutti i viaggiatori nell’antico insediamento di “Statulae”.
Questo è il paese della grande tradizione dei riti dedicati a Santa Gemma, patrona del paese e sfortunata ragazza che, non avendo ceduto alle proposte oscene del signorotto di turno per salvaguardare la verginità, perse la sua giovane vita.

Da non perdere anche la visita all’antica città romana di “Sueraequum”, oggi Castelvecchio Subequo, terzo municipio romano dei Peligni, dopo Sulmona e Corfinio.
Qui l’incastellamento è molto evidente con edifici d’interesse architettonico
arricchiti da eleganti bifore e portali classici.

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Come raggiungere i paesi della valle Subequana, Castel di Ieri e Castelvecchio: 

Da Roma est prendere la A24 Roma-L’Aquila; allo svincolo direzionale di Torano, dopo l’uscita di Tagliacozzo, imboccare la A25 per Pescara e uscire ad Aielli - Celano (101 Km dal raccordo anulare). 
Prendere la statale a sin. in direzione di Collarmele e seguirla sempre fino a Castel di Ieri, superando Collarmele e il solitario, affascinante valico di Forca Caruso (1100 m) (circa 30 Km dall’uscita di Aielli - Celano).

Da nord e dalla fascia adriatica: raggiungere Pescara con la A14 e prendere la A25 in direzione Roma; uscire a Pratola Peligna - Sulmona (circa 50 Km. da Pescara). 
Seguire i cartelli in direzione di Raiano (prima a ds., subito dopo a sin. e poi ancora a ds.); attraversare l’abitato di Raiano in direzione di Castelvecchio Subequo, superando la selvaggia e bellissima Gola di San Venanzio; dopo Castelvecchio la statale raggiunge in breve Castel di Ieri (circa 20 Km dall’uscita di Pratola).



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Articolo di Sergio Scacchia pubblicato sul blog Paesaggio Teramano collegato alla rivista omonima.
Sul blog "Paesaggio Teramano" possibilità di visionare o fare il download dei numeri della rivista già pubblicati.
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