Dopo solo cinque mesi dall’ultimo successo, Sergio Scacchia torna a parlare del suo Abruzzo.
Ancora un prezioso libro, il terzo, dopo Silenzi di Pietra e Il mio Ararat.
Abruzzo nel Cuore intende accompagnare questa volta più comodamente in auto alla conoscenza della costa abruzzese, partendo da quello spettacolo naturale che sono i trabocchi, per arrivare a borghi, chiese e curiosità fino a Tortoreto toccando tutte le province dell’Abruzzo.
Nel libro, una sezione è dedicata alle fotografie abilmente curate da lui e alle mappe elementari dei percorsi.
Percorsi a misura d’uomo di città, semplicemente mirati ad una conoscenza più affettuosa del territorio senza doversi cimentare in scalate o lunghe camminate.
Un’idea per le famiglie anche con bambini, un viaggio davvero semplice che però ci aiuta a ripassare le bellezze di questa terra che merita d’esser conosciuta in tutti gli scenari che apre.
La presentazione ufficiale è avvenuta oggi 13 dicembre alle ore 21.00 presso il Ristorante Al Solito Posto di Roseto degli Abruzzi nel corso di una cena tipica teramana.
L'evento culturale è stato video-ripreso da Vincenzo Cicconi, titolare della PacotVideo.
Qui di seguito un commento di Sergio Scacchia, autore del libro.
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Un paio di anni fa grazie a Luisa, una bella donna italiana residente a Londra da una vita, mi sono imbattuto nella guida inglese dedicata all’Abruzzo, edita dalla famosa casa editrice Bradt Travel, specializzata in turismo.
Nello stesso momento, sotto l’ombrellone per ripararsi dal sole ferragostano, la dolcissima amica mi traduceva il bell’articolo del Daily Mail, opera dell’opinionista anglosassone Amanda Plattel, una delle penne più apprezzate d’Inghilterra.
Era una celebrazione della nostra regione, un articolo dal sapore celebrativo di una terra, la nostra, permeata dalle atmosfere del sabato leopardiano e dal retrogusto tipico dei quadri di Monet.
La reporter d’oltre Manica si diceva “incantata dall’Abruzzo” e dai suoi sapori, orchestrava una vera e propria guida turistica spinta solo dall’amore per questa terra, descrivendo minuziosamente colori, profumi, prelibatezze e luoghi da visitare.
“È tra i cori di passeri e fringuelli che, alle prime luci rosee dell’alba, ci si può immergere nella natura pura e incontaminata, velata dagli effluvi di rosmarino, origano, salvia e timo. Un paesaggio puro, che ruba il cuore e che regala emozioni uniche e irripetibili: i pascoli sulle colline, il cinguettio perpetuo delle cutrettole sono perle reali in un alone quasi mistico”.
Sono alcune delle auliche parole che miss Plattel dedica alla nostra regione.
L’opinionista si scopre affascinata dalla totalità della terra abruzzese, non solo dai paesaggi naturali, ma anche dai tradizionali casali che li costellano, con i pensili di rame e le ampie terrazze e dalle chiacchierate ricche di gesti con gli anziani del luogo.
Dice che la “beatitudine” è uno stadio dell’anima che qui da noi si può raggiungere mangiando un panino con pomodoro e prosciutto appena affettato, sorseggiando un liquore nei piccoli bar e dimenticando “l’ansia da parcheggio”.
Perché “l’Abruzzo è una celebrazione della famiglia, della festa, del buon cibo e del vino puro. E ha la capacità di trasformarti”.
Mi son detto che un uomo come me, innamorato della sua terra avrebbe dovuto dedicare un libro all’Abruzzo verde.
Sicuramente non bello come quello della scrittrice del Regno Unito, ma di certo dettato dal cuore gonfio di amore per le mie radici.
E allora ho deciso di scrivere di una terra dai mille colori, fatta di cime umane, di colline ubertose, di mare blu cobalto, di storia millenaria, di arte infinita.
Raccontare così del mio viaggio che parte dal vastese, attraversa la costa dei Trabocchi, risale le valli del Pescara e dell’Aterno, transita negli alti piani aquilani che ricordano atmosfere asiatiche e giunge nel teramano, tra mare e montagna.
Una terra nata quasi da un ordine cartesiano, che ti culla spingendo un’altalena di emozioni, sentimenti; una terra che ti afferra per mano, accompagnandoti lì dove puoi perderti nella bellezza.
Un volo d’aquila su foreste, borghi, opere d’arte per disegnare l’immagine più limpida dell’Abruzzo.
Perché io credo che non si debba cercare la dimensione selvaggia in un mondo alieno avulso dalla civiltà, ma lì dove si fa largo a un passo da noi, vicino a un’autostrada, un paese, una città.
Per cogliere questi “paesaggi invisibili”, scrive Franco Marcoaldi, bisogna tenere occhi aperti e sensi all’erta.
Solo così potremo scoprire l’attività frenetica di una natura testarda e tenace capace di recuperare posizioni anche in situazioni sfavorevoli.
Bussi con i suoi stabilimenti che hanno prodotto solventi distruttivi seppelliti sotto terra, il petrolio che ciclicamente torna a farci paura con incubi di piattaforme e insediamenti chimici, cementifici che incombono sul verde e sulla storia millenaria di siti archeologici, maledetti terremoti, tutto sembra congiurare da anni contro l’Abruzzo.
Eppure questa terra meravigliosa, come novella Araba Fenice, risorge sempre dalle sue ceneri offrendo ancora il fascino antico di esistenze eco compatibili.
La terra abruzzese è ancora quella dei parchi con il più vecchio di essi, quello Nazionale arrivato ancor prima del Gran Paradiso, nel 1922, che ha posto la prima pietra di un sistema di tutela ambientale oggi di voga in tutto lo Stivale.
La mia regione è ancora mare limpido, monti eterni, vallate aspre e gentili, lo spaccato più vero di un’Italia selvaggia popolata dall’orso marsicano, dal camoscio “più bello del mondo”, dall’Aquila reale e il lupo appenninico.
È più che mai un luogo di gente operosa, “forte e gentile”.
Abruzzo tra cielo e terra! Per me il centro del mondo!
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