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lunedì 30 dicembre 2019

In omaggio agli Sposi una Rivista Matrimoniale con le foto delle loro nozze



Nel corrente anno la PacotVideo conferma alcune iniziative riguardo ai servizi matrimoniali molto apprezzate nell'anno precedente.

Una di queste è la realizzazione di un Album Fotografico Digitale, una specie di rivista, realizzato con immagini estrapolate da un video matrimoniale realizzato dalla PacotVideo.

L'album digitale nella forma di rivista si compone di una copertina, di 22 pagine e di un retro copertina.

Il campione qui in visione contiene 69 immagini fotografiche.

Le misure della Rivista Matrimoniale sono: 29,7 cm di altezza e 21 cm di larghezza

La stampa viene effettuata su carta patinata lucida da 200g

La particolarità di questa "Rivista Matrimoniale" è che sarà realizzata in omaggio a tutti coloro che prenoteranno il loro servizio video matrimoniale presso la PacotVideo.
Come descritto precedentemente le immagini saranno appunto estrapolate dal video matrimoniale oppure saranno gli sposi stessi a provvedere a consegnare foto realizzate da amici o dal loro stesso fotografo.








domenica 17 gennaio 2016

Società Psicoanalitica Italiana - 04 - Francesco Saverio Moschetta

In questo 4° Video (su un totale di 10) intervento di Francesco Saverio Moschetta, Medico, psichiatra già Direttore del Dipartimento Salute Mentale Asl di Teramo


Il 31 ottobre 2015 la Società Psicoanalitica Italiana ha celebrato a Teramo i suoi primi 90 anni con un convegno presso la Sala San Carlo del Museo Archeologico.
L'evento è stato realizzato per ricordare la nascita della SPI, fondata nella città di Teramo nel 1925 da Marco Levi Bianchini, all’epoca direttore dell’ospedale psichiatrico teramano.

Oltre che ad un numeroso pubblico la manifestazione ha visto la partecipazione, oltre che delle autorità cittadine, di autorevoli e importanti psicoanalisti e psichiatri italiani che hanno ripercorso la nascita e l’evoluzione della psicoanalisi.
L’organizzazione del convegno per la celebrazione del 90° anniversario della SPI è stata curata da un comitato scientifico composto da Cono Aldo Barnà, membro ordinario con funzioni di training e vicepresidente della Società Psicoanalitica Italiana, Gabriella Gentile e Fabrizio Rocchetto, entrambi membri ordinari della Società Psicoanalitica Italiana e Francesca Anile responsabile della segreteria.

L’incontro è stato moderato dalla giornalista Tania Bonnici Castelli.




Le riprese e la post produzione video dell'intera manifestazione sono state realizzate da Vincenzo Cicconi (www.PacotVideo.it).

Per una maggiore fruibilità l'intero filmato è stato diviso in 10 videoclip sulla base dei vari interventi:

01 - Presentazione manifestazione e Saluti Istituzionali
02 - Cono Aldo Barnà
03 - Adolfo Pazzagli
04 - Francesco Saverio Moschetta
05 - Nipoti di Marco Levi Bianchini
06 - Giuseppe Civitarese
07 - Angela Iannitelli
08 - Massimo Di Giannantonio
09 - Mario Fulcheri
10 - Giustino Galliani

Il video ha una durata di circa 15 minuti ed è stato pubblicato su tre canali di video sharing gestiti dalla PacotVideo:
YouTube - DailyMotion di Virgilio - Vimeo )

E' stato pubblicato su tre blog anch'essi gestiti da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo:

- blog della Città di Teramo
- blog della PacotVideo
- blog di Pensieri Teramani

E' stato pubblicato sulle pagine Facebook:
1 - Produzione Video a Teramo (Abruzzo) - PacotVideo.it di Cicconi Vincenzo
2 - Il blog della città di Teramo e della sua Provincia
e sulle pagine di Google Plus
1 - PacotVideo di Cicconi Vincenzo
2 - La Città di Teramo e la sua Provincia

Infine la pubblicazione del video è stato comunicato attraverso Twitter
1 - PacotVideo di Cicconi Vincenzo
2 - Città di Teramo
3 - Vincenzo Cicconi

Qui di seguito riproponiamo il video "esclusivo" realizzato il 30 gennaio 2009 all'interno dell'ex Ospedale Psichiatrico di Teramo nel quale si attesta lo sfacelo della struttura.



venerdì 15 gennaio 2016

Società Psicoanalitica Italiana - 03 - Adolfo Pazzagli

In questo 3° Video (su un totale di 10) intervento di Adolfo Pazzagli, Membro Ordinario con funzioni di training e Presidente dell’Associazione Italiana di Psicoanalisi (AIPsi/IPA)


Il 31 ottobre 2015 la Società Psicoanalitica Italiana ha celebrato a Teramo i suoi primi 90 anni con un convegno presso la Sala San Carlo del Museo Archeologico.
L'evento è stato realizzato per ricordare la nascita della SPI, fondata nella città di Teramo nel 1925 da Marco Levi Bianchini, all’epoca direttore dell’ospedale psichiatrico teramano.

Oltre che ad un numeroso pubblico la manifestazione ha visto la partecipazione, oltre che delle autorità cittadine, di autorevoli e importanti psicoanalisti e psichiatri italiani che hanno ripercorso la nascita e l’evoluzione della psicoanalisi.
L’organizzazione del convegno per la celebrazione del 90° anniversario della SPI è stata curata da un comitato scientifico composto da Cono Aldo Barnà, membro ordinario con funzioni di training e vicepresidente della Società Psicoanalitica Italiana, Gabriella Gentile e Fabrizio Rocchetto, entrambi membri ordinari della Società Psicoanalitica Italiana e Francesca Anile responsabile della segreteria.

L’incontro è stato moderato dalla giornalista Tania Bonnici Castelli.




Le riprese e la post produzione video dell'intera manifestazione sono state realizzate da Vincenzo Cicconi (www.PacotVideo.it).

Per una maggiore fruibilità l'intero filmato è stato diviso in 10 videoclip sulla base dei vari interventi:

01 - Presentazione manifestazione e Saluti Istituzionali
02 - Cono Aldo Barnà
03 - Adolfo Pazzagli
04 - Francesco Saverio Moschetta
05 - Nipoti di Marco Levi Bianchini
06 - Giuseppe Civitarese
07 - Angela Iannitelli
08 - Massimo Di Giannantonio
09 - Mario Fulcheri
10 - Giustino Galliani

Il video ha una durata di circa 9 minuti ed è stato pubblicato su tre canali di video sharing gestiti dalla PacotVideo:
YouTube - DailyMotion di Virgilio - Vimeo )

E' stato pubblicato su tre blog anch'essi gestiti da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo:

- blog della Città di Teramo
- blog della PacotVideo
- blog di Pensieri Teramani

E' stato pubblicato sulle pagine Facebook:
1 - Produzione Video a Teramo (Abruzzo) - PacotVideo.it di Cicconi Vincenzo
2 - Il blog della città di Teramo e della sua Provincia
e sulle pagine di Google Plus
1 - PacotVideo di Cicconi Vincenzo
2 - La Città di Teramo e la sua Provincia

Infine la pubblicazione del video è stato comunicato attraverso Twitter
1 - PacotVideo di Cicconi Vincenzo
2 - Città di Teramo
3 - Vincenzo Cicconi

Qui di seguito riproponiamo il video "esclusivo" realizzato il 30 gennaio 2009 all'interno dell'ex Ospedale Psichiatrico di Teramo nel quale si attesta lo sfacelo della struttura.




sabato 31 ottobre 2015

Società Psicoanalitica Italiana - 02 - Cono Aldo Barnà

In questo 2° Video (su un totale di 10) intervento di Cono Aldo Barnà, Membro Ordinario con funzioni di training e Vicepresidente
della Società Psicoanalitica Italiana (SPI/IPA)


Il 31 ottobre 2015 la Società Psicoanalitica Italiana ha celebrato a Teramo i suoi primi 90 anni con un convegno presso la Sala San Carlo del Museo Archeologico.
L'evento è stato realizzato per ricordare la nascita della SPI, fondata nella città di Teramo nel 1925 da Marco Levi Bianchini, all’epoca direttore dell’ospedale psichiatrico teramano.

Oltre che ad un numeroso pubblico la manifestazione ha visto la partecipazione, oltre che delle autorità cittadine, di autorevoli e importanti psicoanalisti e psichiatri italiani che hanno ripercorso la nascita e l’evoluzione della psicoanalisi.
L’organizzazione del convegno per la celebrazione del 90° anniversario della SPI è stata curata da un comitato scientifico composto da Cono Aldo Barnà, membro ordinario con funzioni di training e vicepresidente della Società Psicoanalitica Italiana, Gabriella Gentile e Fabrizio Rocchetto, entrambi membri ordinari della Società Psicoanalitica Italiana e Francesca Anile responsabile della segreteria.

L’incontro è stato moderato dalla giornalista Tania Bonnici Castelli.




Le riprese e la post produzione video dell'intera manifestazione sono state realizzate da Vincenzo Cicconi (www.PacotVideo.it).

Per una maggiore fruibilità l'intero filmato è stato diviso in 10 videoclip sulla base dei vari interventi:

01 - Presentazione manifestazione e Saluti Istituzionali
02 - Cono Aldo Barnà
03 - Adolfo Pazzagli
04 - Francesco Saverio Moschetta
05 - Nipoti di Marco Levi Bianchini
06 - Giuseppe Civitarese
07 - Angela Iannitelli
08 - Massimo Di Giannantonio
09 - Mario Fulcheri
10 - Giustino Galliani

Il video ha una durata di circa 10 minuti ed è stato pubblicato su tre canali di video sharing gestiti dalla PacotVideo:
YouTube - DailyMotion di Virgilio - Vimeo )

E' stato pubblicato su tre blog anch'essi gestiti da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo:

- blog della Città di Teramo
- blog della PacotVideo
- blog di Pensieri Teramani

E' stato pubblicato sulle pagine Facebook:
1 - Produzione Video a Teramo (Abruzzo) - PacotVideo.it di Cicconi Vincenzo
2 - Il blog della città di Teramo e della sua Provincia
e sulle pagine di Google Plus
1 - PacotVideo di Cicconi Vincenzo
2 - La Città di Teramo e la sua Provincia

Infine la pubblicazione del video è stato comunicato attraverso Twitter
1 - PacotVideo di Cicconi Vincenzo
2 - Città di Teramo
3 - Vincenzo Cicconi

Qui di seguito riproponiamo il video "esclusivo" realizzato il 30 gennaio 2009 all'interno dell'ex Ospedale Psichiatrico di Teramo nel quale si attesta lo sfacelo della struttura.



Società Psicoanalitica Italiana - 01 Presentazione manifestazione e Saluti Istituzionali

In questo 1° Video (su un totale di 10) la presentazione della manifestazione ad opera della giornalista Tania Bonnici Castelli ed i saluti istituzionali di Mirella Marchese (vice-sindaco del Municipio di Teramo), Roberto Fagnano (Direttore Generale della ASL di Teramo) e Luciano D’Amico (Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Teramo)


Il 31 ottobre 2015 la Società Psicoanalitica Italiana ha celebrato a Teramo i suoi primi 90 anni con un convegno presso la Sala San Carlo del Museo Archeologico.
L'evento è stato realizzato per ricordare la nascita della SPI, fondata nella città di Teramo nel 1925 da Marco Levi Bianchini, all’epoca direttore dell’ospedale psichiatrico teramano.

Oltre che ad un numeroso pubblico la manifestazione ha visto la partecipazione, oltre che delle autorità cittadine, di autorevoli e importanti psicoanalisti e psichiatri italiani che hanno ripercorso la nascita e l’evoluzione della psicoanalisi.
L’organizzazione del convegno per la celebrazione del 90° anniversario della SPI è stata curata da un comitato scientifico composto da Cono Aldo Barnà, membro ordinario con funzioni di training e vicepresidente della Società Psicoanalitica Italiana, Gabriella Gentile e Fabrizio Rocchetto, entrambi membri ordinari della Società Psicoanalitica Italiana e Francesca Anile responsabile della segreteria.

L’incontro è stato moderato dalla giornalista Tania Bonnici Castelli.




Le riprese e la post produzione video dell'intera manifestazione sono state realizzate da Vincenzo Cicconi (www.PacotVideo.it).

Per una maggiore fruibilità l'intero filmato è stato diviso in 10 videoclip sulla base dei vari interventi:

01 - Presentazione manifestazione e Saluti Istituzionali
02 - Cono Aldo Barnà
03 - Adolfo Pazzagli
04 - Francesco Saverio Moschetta
05 - Nipoti di Marco Levi Bianchini
06 - Giuseppe Civitarese
07 - Angela Iannitelli
08 - Massimo Di Giannantonio
09 - Mario Fulcheri
10 - Giustino Galliani

Il video ha una durata di circa 15 minuti ed è stato pubblicato su tre canali di video sharing gestiti dalla PacotVideo:
YouTube - DailyMotion di Virgilio - Vimeo )

E' stato pubblicato su tre blog anch'essi gestiti da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo:

- blog della Città di Teramo
- blog della PacotVideo
- blog di Pensieri Teramani

E' stato pubblicato sulle pagine Facebook:
1 - Produzione Video a Teramo (Abruzzo) - PacotVideo.it di Cicconi Vincenzo
2 - Il blog della città di Teramo e della sua Provincia
e sulle pagine di Google Plus
1 - PacotVideo di Cicconi Vincenzo
2 - La Città di Teramo e la sua Provincia

Infine la pubblicazione del video è stato comunicato attraverso Twitter
1 - PacotVideo di Cicconi Vincenzo
2 - Città di Teramo
3 - Vincenzo Cicconi

Qui di seguito riproponiamo il video "esclusivo" realizzato il 30 gennaio 2009 all'interno dell'ex Ospedale Psichiatrico di Teramo nel quale si attesta lo sfacelo della struttura.


domenica 5 ottobre 2014

Premio Borsellino 2014 - Amarcord 2009-13


Il Premio Borsellino 2014 si svolgerà a Pescara dal 16 al 25 ottobre.
In attesa dell'evento l'organizzazione ha voluto un video che ripercorre gli ultimi 5 anni dell'evento.

La prima parte del video "promozionale" della manifestazione è un omaggio a Paolo Borsellino, il giudice assassinato nel 1992 nella Strage di Via D'Amelio a Palermo dalla mafia in combutta con personaggi delle istituzioni così come si evince dalle indagini dei giudici della Procura di Palermo e dal processo sulla "Trattativa tra mafia e Stato".

La seconda parte è invece una specie di amarcord delle edizioni dal 2009 al 2013 con una rassegna delle maggiori autorità e personaggi pubblici che hanno partecipato alla cerimonia di premiazione del Premio Borsellino.

Riprese d'archivio delle manifestazioni dal 2009 al 2013 e post produzione video a cura di Vincenzo Cicconi (www.PacotVideo.it)

martedì 1 ottobre 2013

Giorgio Napolitano - La traversata da Botteghe Oscure al Quirinale

Organizzata dalla Casa del Cultura "Carlo Levi" di Teramo il primo di ottobre 2013 si è svolta, nella Sala Consiliare del Comune di Teramo, la presentazione del libro di Paolo Franchi: "Giorgio Napolitano - La traversata da Botteghe Oscure al Quirinale".

Le riprese sono state effettuate da Vincenzo Cicconi (www.PacotVideo.it)


Sono intervenuti:
1 - Pasquale Limoncelli, Presidente della Casa della Cultura "Carlo Levi" ha presentato la manifestazione
2 - L'avvocato Tommaso Navarra ha ripercorso la biografia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano



3 - Il Prof. Roberto Ricci, Docente di Storia e Filosofia ha dettagliatamente ricostruito il percorso politico e storico di Giorgio Napolitano, dal PCI fino alla Presidenza della Repubblica, attraverso il ruolo avuto nelle Istituzioni Italiane ed Europee.


4 - Il sindaco Maurizio Brucchi che ha portato i saluti della città di Teramo
5 - Il Sen. Emanuele Macaluso ha ricordato il ruolo storico avuto dai partiti e dagli uomini politici della Prima Repubblica. Padri costituenti come De Gasperi, Togliatti, Fanfani, Moro, Berlinguer, Nenni, Terracini, Pertini, La Pira, che hanno scritto la Storia d'Italia garantendoci la Liberazione dal fascismo prima e la costruzione di un sistema democratico poi, attraverso la nostra Costituzione Repubblicana.



6 - L'editorialista del Corriere della Sera e scrittore Paolo Franchi, autore del libro ha ripercorso la biografia politica del Presidente della Repubblica dalle origini ad oggi. .



7 - Mirko De Berardinis ha chiesto a Macaluso e Franchi di farsi portavoce della cittadinanza affinchè il Presidente Napolitano venga a fare visita alla città di Teramo

mercoledì 25 settembre 2013

70° anniversario della battaglia di Bosco Martese


Il 25 settembre 2013 si è svolta in località Ceppo di Rocca Santa Maria (Teramo) la manifestazione per ricordare il 70° Anniversario della Battaglia di Bosco Martese e la prima Battaglia in campo aperto della Resistenza Italiana.

La manifestazione è stata integralmente videoripresa da Vincenzo Cicconi della PacotVideo.

Dopo la deposizione di una corona d'alloro ai Caduti Partigiani ai piedi del Monumento al Partigiano ci sono stati diversi interventi.



La manifestazione è stata presentata da Mirko DE BERARDINIS, Segretario Provinciale ANPI
Hanno portato i loro saluti:
Stefania GUERRIERI, Sindaco di Rocca S. Maria (TE)
Vincenzo ESPOSITO, Sindaco di Valle Castellana (TE)
Mauro MARTINO, Presidente Consiglio Provinciale Teramo
Sono intervenuti:
Roberto RICCI, Docente di Storia e Filosofia
Alberto DI DARIO, Segretario Provinciale CGIL Teramo
Antonio FRANCHI, Presidente Provinciale ANPI
Giovanni LEGNINI, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in Rappresentanza del Governo


INTERVENTO DEL PROF. ROBERTO RICCI (dal 24° al 37°minuto

Ricorrono settanta anni dalla battaglia di Bosco Martese e quest’anno l’anniversario riveste un particolare significato: inizia un nostro settuagenario percorso della memoria che si concluderà per noi teramani il 14 giugno 2014 con la Liberazione di Teramo e poi come italiani il 25 aprile 2015 e il 2 giugno 2016.

I settanta anni di Bosco Martese hanno segnato diverse generazioni di teramani e vanno ormai considerati un patrimonio comune della città e della provincia di Teramo, una tradizione di libertà e di democrazia.

Sicuramente un momento essenziale della nostra stessa identità di teramani e italiani nel secondo Novecento


Anni che si allontanano nel tempo, ma sempre attuali per la lezione che ancora ci indica tra la memoria degli eventi con le fonti più diverse, la storia della ricezione e la narrazione di quegli eventi.

In effetti la battaglia di Bosco Martese contribuisce a caratterizzare la Resistenza italiana come un fenomeno nuovo, considerato ormai come un Secondo Risorgimento per gli interventi decisivi espressi a più riprese dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, specialmente in occasione del 150° dell’Unità d’Italia.

Dopo l’8 settembre 1943 a Bosco Martese si volle, con una decisione precisa, un forte concentramento di militari e civili che si oppose alla occupazione tedesca di Teramo.
I tedeschi, arrivati in città, decisero di reprimere questa presenza e con un battaglione motorizzato, il 25 settembre, cercarono di battere i partigiani; respinti, tornarono il giorno dopo, il 26, con nuovi rinforzi ma furono nuovamente sconfitti.

Fu il primo successo militare e politico della Resistenza italiana.

Qui si sacrificarono giovani vite umane contro l’oppressione nazi - fascista.
Qui furono uccisi il 25 settembre i teramani Luigi De Jacobis, Guido Belloni, Mario Lanciaprima, Gabriele Melozzi, Guido Palucci.
A Sella Ciarelli il 26 settembre furono fucilati i tre militari dell’arma dei Carabinieri e il sergente maggiore degli alpini catturati alla Stazione dei Carabinieri di Pascellata, Leonida Barducci di Ancona, Settimio Annecchini di Fossacesia (Chieti), Angelo Cianciosi di Furci (Chieti), Donato Renzi di Pascellata.

Furono questi morti a far entrare Teramo nella Storia della Resistenza e in quella della Italia Nuova con le parole di Libero Pierantozzi da Radio Bari nel novembre 1943, che ancora nel 1973 nel ricordo di quegli eventi stigmatizzava i nomi di alcuni protagonisti: Ammazalorso, i fratelli Rodomonte, il capitano Bianco, gli ex deportati jugolaslavi, De Nigris, Ciccillo Di Marco e altri ancora.

Per rappresaglia a Bosco Martese troverà poi la morte Mario Capuani il 27 settembre 1943.
A Montorio al Vomano, in uno scontro a fuoco con i repubblichini, il 13 dicembre 1943 fu ucciso Ercole Vincenzo Orsini.
Essi furono tra i principali organizzatori di quel concentramento e rappresentano l’esempio più fulgido del patriottismo teramano.
Un valore finalmente riconosciuto con la medaglia d’oro della Resistenza concessa dal Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi nel 2005.

Una lotta con origini lontane.
L’esilio e la morte di Romolo Di Giovanntonio (1941), Francesco Martella (1943), Renato Villermin (1944).
Il travaglio umano e civile dovuto alla guerra dei militari Renato Molinari e Alberto Pepe, morti a seguito della netta scelta di campo (1945).

La battaglia di Bosco Maltese fu soprattutto un “fenomeno forse unico in tutto il corso della Resistenza italiana, quello della emigrazione compatta della parte più attiva di un’intera popolazione in montagna”.
Ce lo ricordava Roberto Battaglianel suo libro “Storia della Resistenza italiana”.

Un chiaro e indubitabile riconoscimento militare e civile di questa esperienza di partecipazione attiva, specialmente dei giovani come Riccardo Cerulli, dei giovanissimi ragazzi della ragioneria, del liceo Classico Melchiorre Delfico organizzati da Vincenzo Massignani, dei militari, dei teramani, degli stranieri (slavi, inglesi, americani), della popolazione, dei parroci di montagna.

Ma la battaglia di Bosco Martese va inserita in un contesto più ampio.
L’Abruzzo è intensamente interessato alle vicende del 1943 - 1945:
la presenza del Re dopo la fuga da Roma verso Brindisi, di Mussolini a Campo Imperatore, la rivolta di Lanciano, i martiri aquilani, le stragi di Pietransieri e di Filetto, l’epopea della Brigata Majella, la battaglia di Ortona, i bombardamenti lungo la linea adriatica, Pescara, Giulianova, Tortoreto stazione, Teramo, l’Aquila, Chieti, Lanciano, Sulmona.

Bosco Martese entra così a pieno titolo nella storia della Resistenza italiana dopo Porta San Paolo, Cefalonia, le quattro giornate di Napoli.

Dopo settanta anni è giusto, è utile porci la domanda: ha ancora un senso una memoria che si perde con il tempo, con la scomparsa dei testimoni, il passare delle generazioni ?

E’ sufficiente riaffermare un dovere verso la memoria per renderla vitale e duratura?
Si tratta di lavorare sulla memoria, affinarne i caratteri, farne un lievito di buon pane nel tempo.
Soprattutto la memoria ha una valenza educativa per tutti, un valore straordinario specialmente per i giovani.
La memoria aiuta a scomporre e ricomporre l’identità, l’appartenenza, la cittadinanza.

In particolare ormai occorre un uso pubblico della storia e una sua cittadinanza a pieno titolo, una cittadinanza attiva.

Si tratta di sfidare il passato, con le doverose cautele, mediazioni, professionalità, farne uno strumento intelligente del nostro presente senza paure e senza infingimenti anche sul carattere di guerra civile che fu, senz’altro, la Resistenza.

Il segreto di Bosco Martese ?
Senza dubbio - “un atto di audacia“ perché avviò il superamento della lacerazione materiale e morale dell’8 settembre una ricomposizione delle coscienze in un nuovo senso dell’identità, dell’appartenenza, della cittadinanza.

Così l’idea di libertà e di avversione al nazifascismo ancora istintiva, ribellistica, giovanile dei tanti teramani, lo stesso ritrovato orgoglio cittadino e municipale, provinciale, diventò linfa vitale congiungendosi con un nuovo senso della Patria dei militari italiani dopo l’8 settembre dovuto alla autocoscienza della guerra perduta, un senso non soltanto italiano ma europeo e mondiale per la presenza di ex prigionieri.

Occorrerebbe ricostruire vita per vita dei combattenti di quella epica battaglia, in particolare la generazione del 1920 fino al 1926/7, per meglio intendere il significato dei 1600 teramani che vi parteciparono.
Ne scaturirebbe il travaglio esistenziale della guerra con la avversione al nazi-fascismo, la tensione morale, la socialità di quella esperienza, la maturazione, la connessione comunitaria ideale e civile prezioso lascito per la successiva Liberazione di Teramo e la costruzione dell’Italia del 2 giugno 1946, l’Italia della Repubblica e della Costituzione.

Questi caratteri permetterebbero anche, senza perdere mai di vista di combatteva per la libertà e chi per la tirannide, una analisi distaccata e più attenta sulle vite spezzate e poi ricomposte dopo l’8 settembre, specialmente utilizzando la cosiddetta “zona grigia”, come ci ha insegnato Primo Levi ne I sommersi e i salvati e quanti - e furono la maggioranza – non presero parte attiva agli avvenimenti ma ne furono comunque condizionati, influenzati e ne assimilarono la lezione.

Questo è il modo migliore per rispondere ai detrattori della Resistenza e del cosiddetto revisionismo storico : la Resistenza fu una lotta per una idea di libertà e di giustizia che poi si è arricchita, maturata, radicata se da essa è nata l’Italia democratica, plurale e antifascista.
E portiamo ancora e vivono con noi il lascito dei combattenti di allora, le sofferenze, le emozioni, la speranza di un mondo migliore nella pace, più libero e più giusto per tutti.

Una storia condivisa non può che avere questo carattere.
Non una storia dei vincitori sui vinti, ma una riscrittura umana dei sentimenti, delle emozioni, dell’etica della Resistenza rispetto a quella di Salò.

In generale della sofferenza degli italiani dopo l’8 settembre che diventa nazione con la stagione resistenziale e Stato Nuovo con la Repubblica.

Perciò è tempo di una mappa dei tempi e dei luoghi della memoria resistenziale nel nostro Abruzzo.
Un itinerario che parta da Bosco Martese con la data del 25 settembre come festa civile dei teramani e degli abruzzesi e faccia trovare una rinnovata unità e identità della provincia di Teramo e della Regione Abruzzo sul filo delle memoria partendo da quest’anno fino al 2016.

E come - soprattutto - tutto questo è stato il risultato di un intreccio fecondo di esperienze e culture diverse, di vissuto, sentimenti, partecipazione, presenza degli abruzzesi nell’esercito, nelle nostre città e nelle nostre campagne, nelle nostre montagne, con la tessitura di una nuova dimensione della memoria collettiva.

Ecco perché possiamo parlare della Resistenza come un fatto di popolo, ecco perché i valori di Patria e Nazione dopo l’8 settembre non rivestono più i caratteri della retorica ma una acquisizione convinta, una sedimentazione e una trasmissione nel tempo con un rapporto sempre vivo tra memoria personale, familiare e comunitaria.

Allora come possiamo far vivere ancora il clima dell’8 settembre, l’Italia alla deriva, la occupazione tedesca, la guerra in casa, i passaggi di fronte, il freddo, la paura, ma anche la voglia di riscatto, l’entusiasmo, l’orgoglio dei teramani e degli italiani?

La Resistenza ci ha lasciato questa ricchezza: una memoria aperta che permette ancora la narrazione perché appartiene ad ognuno di noi e alle nostre famiglie, alla nostra identità di teramani e di italiani.

La battaglia di Bosco Martese ci insegna che in alcuni momenti della nostra vita bisogna scegliere da che parte stare ascoltando la voce della coscienza e della ragione.
Ci insegna ancora una memoria aperta della nostra identità, appartenenza, cittadinanza che nessuno può spegnere e che la Resistenza ha saputo interpretare e trasmettere nei mesi bui dell’occupazione tedesca e poi, ancora, attraverso il ritorno alla democrazia con i Partiti e le organizzazioni democratiche nei mesi esaltanti della Repubblica, della Costituente,della Costituzione, della Ricostruzione.

Sono stati questi gli anni dell’Italia che hanno voluto quanti hanno combattuto qui e quanti, soprattutto, si sono sacrificati con la vita.

E’ questa l’Italia che amiamo e che vogliamo sia ancora.

martedì 10 settembre 2013

Le seduzioni della città ducale

“La bellezza delle cose è nella mente di chi le guarda”. 
(David Hume, filosofo e storico scozzese vissuto nel ‘700)


Gli orizzonti verso l’Adriatico sono dolcemente mossi come lenzuola gonfiate dal vento.
Il paesaggio si dispiega dolce, a tratti grandioso, docili quinte di colore sfumano in lontananza nel blu del mare.
Passano gli anni, i decenni, tutto intorno cambia, ma dai tavoli del caffè che si affaccia sulla piazza centrale di Atri, lo scenario pare inalterato.

Alcuni amici che conservo da anni nella città ducale, si lamentano di un buffet scaduto visibilmente rispetto a qualche anno fa, ma a dire il vero non m’interessa granché.

I miei occhi rimirano la splendida Cattedrale di Santa Maria Assunta, eretta su di un’antica chiesa romanica, con la sua mole trecentesca, l’ardito campanile dal corpo quadrato, terminante a piramide, alto cinquantasei metri.

Devo ammettere, soffocando moti campanilistici, che il suo equilibrio architettonico è superiore al Duomo di Teramo.
La sua larga facciata in pietra, la cornice cuspidata, il rosone a dodici raggi, il ricco portale opera trecentesca di Rainaldo, tutto dona alla struttura, gusto a profusione.

Questo manufatto è un universo nel quale sembrano permanere all’infinito, gli aneliti, i sacrifici, le speranze, la fede vissuta da intere generazioni.

L’interno, elegante nella sua sobrietà, è a tre navate scandito da archi gotici.
Strano destino delle parole.
Dici “gotico” ed è subito medioevo.

E’ quasi una parola “magica”: la pronunzi e il pensiero corre all’ombra profonda delle cattedrali che invade e sovrasta le città con guglie ardite, enormi finestre dai vetri istoriati e policromi e i portali scolpiti tra figure di santi, angeli e qualche demone o mostro di troppo!
Eppure non è così!

Questo incredibile scrigno atriano è ricco di luce, le navate non sono per niente buie.
Un fiotto caldo di luce preziosa entra e rende godibile tutta l’immensa ricchezza del ciclo pittorico del '400 di Andrea De Litio.
Orna mirabilmente le pareti del coro dei canonici.
Un’opera che se si trovasse al nord, avrebbe in ogni ora della giornata, capannelli entusiasti di visitatori.

Una delle più imponenti opere illustrative del Rinascimento abruzzese con oltre cento pannelli raccontanti, mirabilmente, episodi della vita di Gesù e Maria, tra Evangelisti, Dottori della Chiesa e Virtù Teologali.

Molti anni prima il papa del gran rifiuto, l’anacoreta e piccolo frate Celestino V, aveva concesso il privilegio della Porta Santa e della distribuzione delle indulgenze.
Sarebbero tante le opere da ricordare all’interno di questo luogo sacro dell’arte.

C’è, ad esempio, un organo fantastico con seimila canne!

Sopra la mia testa c’è il Teatro Comunale, di stile cinquecentesco, che scimmiotta nello schema compositivo la mitica Scala di Milano, ma che nell’insieme, contribuisce a rendere unica, questa piccola arena naturale di piazza Duomo, simbiosi mirabile tra architettura e gente.


Il teatro fu inaugurato nel gennaio del 1881 con tre ordini di palchi e l’elegante loggione.
Una vera bomboniera dell’acustica sorprendente.

A proposito di musica, pochi sanno che ad Atri c’è anche un archivio musicale tra i più ricchi d’Abruzzo nel quasi sconosciuto museo dedicato al maestro Antonio Di Jorio, nato ad Atessa alla fine dell’ottocento e morto nel 1981.

In fondo alla piazza, mi riempie gli occhi, il cinquecentesco palazzotto gentilizio della Curia, edificato nel periodo di Paolo Odescalchi (1566-1572), trentesimo dei cinquantacinque vescovi della Diocesi di Atri Penne, che fece costruire anche il Seminario, celebrò il Sinodo del 1571 e partecipò alla battaglia di Lepanto, tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e della cristiana Lega Santa.
Atri è così!
Una città generosa di memorie.
Le sue chiese, i suoi palazzi, le sue pietre raccontano un passato straordinario che parte ancor prima dell’epoca romana.

Con il Sacro Romano Impero divenne centro di enorme importanza strategica, il cui porto insisteva lungo la costa del Cerrano.
Nel trecento fu il feudo degli Acquaviva.
La potente famiglia gentilizia trasformò l’antica Hatria, in centro amministrativo dei possedimenti, realizzando il palazzo Ducale, luogo cruciale di storia dell’epoca del mecenatismo rinascimentale e le numerose chiese oggi ancora presenti.

Da veri mecenati, poi, i nobili furono committenti entusiasti di opere d’arte d’immenso valore, oggetti di culto e arredi preziosi, tessuti, ceramiche, quadri, gioielli che oggi rendono pregiate le sale del Museo Capitolare.

La famiglia diede alla chiesa sei cardinali e numerosi prelati.

Mi allontano dal piccolo centro storico, abbandonando le numerose facciate secolari, i cortili ad arco, i palazzi nobiliari che si alternano a piccoli negozi, caffè e l’immancabile bottega dove reperire il “dolce ducale” e la liquirizia famosa in tutto lo stivale d’Italia.
Caracollo fino al belvedere, per sentirmi catapultato nell’infinito.
Prima delle acque blu dell’Adriatico pinetese, arriva una sorta d’inferno dantesco che disegna la genesi dei paesaggi argillosi.

Dirupi di creste nude che destano meraviglia, di volta in volta si avvinghiano alla vegetazione a fondo valle, convivendo a fatica con il lavoro e gli interessi dell’uomo.
E’ l’inedito parco naturale dei calanchi atriani, un mondo tutto a sé, popolato da rapaci, istrici, volpi, faine.
“La natura recita un dramma: non sappiamo se anch’essa lo vede e tuttavia lo recita per noi che contiamo veramente poco”.

Forse solo l’immagine efficacemente espressa dallo scrittore, poeta e drammaturgo Johann Wolfgang von Goethe, può cambiare la lettura del messaggio che un ambiente drammatico invia a chi si sofferma a guardare queste escrescenze della terra.

Il sole e la pioggia di secoli hanno di volta in volta disseccato, spaccato profondamente l’argilla e, poi, in una sorta di compensazione naturale, la pioggia l’ha gonfiata, incisa.
Un trattamento così violento che ha determinato incredibili e spettacolari erosioni.
Il Parco dei Calanchi offre escursioni fantastiche in natura e uno stupendo serpentone per pedoni, bici e cavalli, lungo circa otto chilometri.

Credo che questa mirabile amalgama di arte e paesaggio, gastronomia e gusto di vivere, con la sua miscela di eleganza e armonia sia il giusto luogo dove terminare un viaggio da incorniciare.

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Si raggiunge attraverso l'autostrada A/14 Adriatica, uscendo al casello Atri-Pineto e percorrendo circa 9 chilometri. Dalla statale 16 Adriatica, si raggiunge Atri imboccando la strada provinciale 28 da Pineto, oppure la strada provinciale 553 da Silvi Marina.
Da Teramo, statale 150 della Valle del Vomano, deviando verso sud nei pressi di Notaresco.


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Articolo di Sergio Scacchia pubblicato sul blog Paesaggio Teramano collegato alla rivista omonima.
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martedì 6 agosto 2013

Pensieri liberi sulle sponde del lago


Le montagne, allineate come soldatini, mi ricordano e non capisco perché, un poster sul muro nella camera degli ospiti in casa di amici.
Nella foto c’erano ritratti dei soldati maori della seconda guerra mondiale intenti all’”Haka”, la famosa danza rituale che precedeva la battaglia.
I militari erano di stanza in Italia e durante il conflitto si fecero ammirare per il sacrificio, il coraggio e l’aiuto che offrirono alle popolazioni stremate.

I loro sguardi erano fieri come antichi guerrieri e contorcevano il viso, strabuzzando gli occhi, tirando fuori la lingua in attesa di combattere i carri armati con le baionette.

Le cime della Laga si specchiano qua e là sul bacino lacustre di Campotosto.

Il tempo incerto regala un cielo drammatico.
Un lago di montagna credo sia un infinito e azzurro paesaggio dell’anima.
Non c’è altro luogo che m’ispiri in Abruzzo così tanta serenità bellezza, armonia.

A volte regala anche malinconia e inquietudine.
Ma non si rimane mai indifferenti.

La magia su queste rive non è solo nella trasparenza delle acque, è anche nei colori che in molte ore del giorno sono indefinibili.

Credo che neanche la scienza sia in grado di scegliere una tonalità predominante ed eleggerla come principale nell’infinita gamma dei celesti, dei blu, dei verdi o dei grigi.

È un autentico miracolo per chi non riconosce la presenza di Dio.
Per me che credo profondamente all’esistenza di un Signore dei giochi che dall’alto scherza colorando il mondo, è solo una conferma delle mie convinzioni.
Non so dirvi cos’è.
Forse dipende dai fondali diversi da quelli del mare, forse il riflesso delle rocce che si specchiano sulle acque, non so.

E che dire di quella sorta di limo finissimo che qualcuno paragona a volgare fango ma che, rimanendo in sospensione sulle acque, crea stupendi giochi di luce insieme a piccole alghe, piante acquatiche, pietre e tronchi morti?

Quel che certo è che le cromie che nascono sui laghi ai piedi di cime austere sono indescrivibili e mortificano chi ama la fotografia che risulterà imperfetta e non in grado di regalare la realtà.

Un antico rituale usa le pietre sagomate dal colore bluastro che rare volte si riescono a trovare sulla sponda di un lago, per ottenere un po’ di ricchezza.

Il fatto è che le volte in cui si trovano questi ciottoli colorati sono così poche che le possibilità di arricchirsi sono praticamente nulle.
E comunque, quantunque riusciate a trovare la pietra amici miei, pochi giorni dopo la luna nuova, allorquando la falce luminosa è appena visibile nella volta celeste, stringete nel pugno il ciottolo, guardatelo intensamente e poi aprite il palmo della mano e osservate intensamente l’astro in cielo per tutta la notte.
Comincerebbe, dicono, una sorta di magia che incide positivamente sulla psiche e l’agognato danaro dovrebbe manifestarsi in pochi giorni.

Ho camminato sulle sponde dell’invaso di Campotosto, da Poggio Cancelli fino al paese regalandomi sensazioni bellissime.
Ovunque nel vecchio borgo si notano ancora i terribili segni del sisma 2009. Molte abitazioni sono ancora imbracate e Dio sa fin quando lo rimarranno.

Ho scoperto che i pesci d’acqua dolce, fatti ai ferri con porcini arrostiti, sono qualcosa in grado di fare uscire fuori di testa.
Una bontà unica che potete mangiare da “Barilotto”, nel centro del paese, accanto alla piazza.
Il nome di questo locale non deriva dalla botte posta all’ingresso, ma dalle proporzioni più che generose del fondatore di questo ristorante, il conosciutissimo Berardino Spina, sponsor più che attendibile, data la sua figura prominente, di autentiche delizie del palato.

Il posto a vederlo distrattamente, non ispira granché ma quando ti siedi è come se un maestro d’orchestra muovesse la bacchetta e centinaia di musicisti iniziassero un mirabile concerto con tanti strumenti.

E tu sei lì ad ascoltare deliziato.
Oggi il figlio fa dei “tagliolini al sugo di pesce di lago” che sono rinomati in tutto il centro Italia, in un ambiente informale ma piacevole.
Il luccichio di entusiasmo negli occhi del patron è stato contagioso quando mi ha illustrato la sua idea di ristorazione.

Ho pensato che grazie a questi uomini dalla passione autentica, con i loro menù e con un servizio forse un po’ ingenuo, un approccio naif e piccole sbavature, rappresentano comunque la gioia dell’ospitalità di un territorio.

In questa splendida area wilderness, giù fino ad Amatrice nel reatino, il mangiare è cultura, storia, arte.

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martedì 23 luglio 2013

Frattoli: l'evidenza del sacro


Dopo la scoperta di Cesacastina nel numero scorso, questa volta Concetta ci racconta storie del paese degli artisti e della devozione cristiana.

Crognaleto, quasi al confine tra Laga e Gran Sasso, vanta nel suo territorio alcuni dei più belli e antichi borghi di montagna; agglomerati di case poste su immensi falsopiano tra costoni prativi che scendono fino alla valle sottostante dove scorre il serpentone della Strada Maestra all’altezza di Aprati.

Avvolti e protetti, quasi abbracciati da una catena di monti che offre scenari indimenticabili, i paesi rappresentano la nostra memoria.

Le antiche mulattiere che attraversano gli abitati, un tempo erano la sosta obbligata dopo le fatiche dell'ascesa, per i pastori con il loro carico di greggi transumanti e per viandanti alla ricerca di improbabili commerci.
Vecchi caseggiati oggi ammodernati che, nonostante l’assalto e l’ingiuria del tempo, mantengono gran parte dell'originale architettura.

Non è improbabile in questi luoghi scoprire la bellezza dell’ingegno dell’uomo tra intrecci di scale in legno, tetti in coppi, selciati antistanti alle abitazioni e arcaiche forme di canali scolatoi che attraversano le contrade, vere e proprie opere d'arte povera ormai uniche.

Molti conoscono il piccolo paese di Frattoli perché ha dato i natali a una generazione incredibile di artisti scalpellini, la famiglia Zilli.

Il capostipite giunse dalle rive del lago di Campotosto, ebbe due figli, Emanuele che emigrò in America, e Amedeo, sorta di armadio tanto era alto e robusto che ebbe sette maschi e cinque femmine.

Questi uomini popolarono il paese di abili muratori e valenti scalpellini che realizzarono vere opere d’arte con la pietra locale, impreziosendo chiese e case.

Tipici sono i camini: ogni casa ne ha uno riccamente scolpito.

Su di essi spesso si legge il nome del capofamiglia, colui che ha commissionato l'opera e una data particolare, spesso quella di costruzione della casa.

Il paese di Frattoli è balcone privilegiato sul Gran Sasso, e su immensi castagneti secolari, in alcuni casi così fitti che al sottobosco arriva pochissima luce.
Nei dintorni ci sono percorsi costellati di vecchie carbonaie, antichi casali isolati.

Il centro del paese ha le abitazioni disposte ai lati della strada principale, in gran parte ristrutturate con un carattere moderno che ha di fatto limitato le tracce delle tipiche costruzioni cinquecentesche di montagna.
Resistono negli edifici più vetusti alcune epigrafi sugli architravi delle porte che testimoniano date e notizie su antiche famiglie locali.

A pettine, si dipanano viottoli che denotano bellezza e tranquillità dell'ambiente naturale e, in sintonia con esse, gli elementi architettonici tipici di una tradizione rurale e contadina.

Ma c’è una particolarità che vale il viaggio per arrivare fin quassù oltre alla bellezza del panorama: è che sembrano esserci più chiese che case.

In un libro dal titolo “ I legni sacri” edito in occasione di restauri, da Corrado Anelli, Alberto Melarangelo e Berardo Rabbuffo, con le note introduttive del critico d’arte Francesco Tentarelli, si riportano parole significative del Palma che si meravigliava della presenza cospicua di edifici sacri in un luogo di così modeste fatture.

Esistono tuttora la chiesa madre di S. Giovanni Battista, la chiesa di S. Antonio, quella della Madonna del Carmine e la Madonna del Soccorso che oggi quasi non esiste più.

Anni fa c’era anche il tempio di Santa Margherita poi distrutto.
In più, una serie di edicole votive poste ai margini del centro abitato, di cui non si conservano che poche tracce.

Chiese adornate da altari barocchi intarsiati e dorati, soffitto a cassettoni in legno e le “conocchie”, particolari statue impagliate con solo il viso e le mani in gesso e rivestite da importanti abiti in broccato e stoffe preziose, più economiche e più leggere da portare in processione.

Credo che non sia sbagliato definire Frattoli, “il paese della pietà cristiana”.

La chiesa madre di San Giovanni Battista ha un portico del seicento in pietra che ha qualcosa di surreale.

All’interno il visitatore trova un ambiente armonioso in stile barocco, mitigato dalla tradizione locale, in una interessante commistione di stili.

Fanno bella mostra un pulpito in legno scolpito di pregevole fattura, un confessionale che, a ragione, si può definire capolavoro di ebanisteria artistica e una credenza in legno d’abete.

Il crocifisso ligneo dell’altare denota il gusto delle popolazioni dei monti della Laga, con quelle dorature e stucchi che spesso si incontrano nei paesi di Cesacastina, Cervaro, Tottea, Cortino.





Gli articoli inseriti nella rivista sono redatti da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".

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