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domenica 25 marzo 2012

Traversata da Guazzano a Battaglia (1996-03-31)



Percorso; da Guazzano attraverso il Pian Cerreto, Rivolta, la Fonte delle Iaccere, il Bosco Borco, la Sorgente delle Trocche con arrivo a Battaglia,

La traversata Guazzano - Battaglia ci ha introdotti nei Monti Gemelli, in particolare nella Montagna di Campli o del Foltrone, di 1718 metri di altezza.

Isolato all'angolo nord orientale del Parco Gran Sasso Monti della Laga il gruppo dei Monti Gemelli è una entità a se stante, poco conosciuta ma interessantissima.

La Montagna del Foltrone presenta una caratteristica struttura a ferro di cavallo e la cresta sommitale continua ad occidente con un complicato sistema di rilievi minori che collegano il Foltrone con i lunghi crinali della Laga, culminanti con il Monte della Farina, oggetto di un'altra escursione e il Monte Tre Croci le cui pendici sfiorano le porte di Teramo

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Riprese di Vincenzo Cicconi della Pacotvideo.
Il video ha una durata di circa 2 minuti ed è stato pubblicato su cinque canali di video sharing gestiti dalla PacotVideo:
(YouTube - DailyMotion di Virgilio - Vimeo - Blip.TV - Kewego).

E' stato pubblicato su tre blog anch'essi gestiti da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo:

- blog della Città di Teramo
- blog della PacotVideo
- blog di Pensieri Teramani

E' stato pubblicato sulle pagine Facebook:
1 - Produzione Video a Teramo (Abruzzo) - PacotVideo.it di Cicconi Vincenzo
2 - Il blog della città di Teramo e della sua Provincia
e sulle pagine di Google Plus
1 - PacotVideo di Cicconi Vincenzo
2 - La Città di Teramo e la sua Provincia

Infine la pubblicazione del video è stato comunicato attraverso Twitter
1 - PacotVideo di Cicconi Vincenzo
2 - Città di Teramo

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domenica 18 marzo 2012

Amarcord Escursionismo - Traversata da Fornisco a Morrice (1996-03-24)

Percorso: da Fornisco attraverso Colle Secco, il Colle della Casetta, il Fosso di Morrice con arrivo a Morrice




Questa prima escursione, la traversata da Fornice a Morrice, ci ha fatto conoscere due paesi interessantissimi.

Fornisco dall'abitato medioevale con case costruite in pietra e Morrice, un tempo patria di abilissimi scalpellini.

Singolare a Fornisco un'insegna settecentesca di bottega, scolpita su di una casa, raffigurante un fabbro e il suo aiutante che battono sull'incudine un ferro tenuto fermo con la tenaglia.

 Morrice abbiamo trovato uno splendido castagneto ricco di piante pluri secolari e abbiamo scoperto il "piantone di Nardò", albero di oltre 500 anni, oggetto anni indietro di un grave atto di vandalismo

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Riprese di Vincenzo Cicconi della Pacotvideo.
Il video ha una durata di circa 2 minuti ed è stato pubblicato su cinque canali di video sharing gestiti dalla PacotVideo:
(YouTube - DailyMotion di Virgilio - Vimeo - Blip.TV - Kewego).

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Infine la pubblicazione del video è stato comunicato attraverso Twitter
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sabato 17 marzo 2012

Il comprensorio dei Monti Gemelli ... i due regni della bellezza

Una terra dalla bellezza infinita dove incontrare il popolo della montagna, la storia del mondo, la potenza della natura. Territori inaspettati a pochi passi da Teramo.

Ai piani di S. Angelo in Volturino l’aria è tersa.
Cielo d’alta quota.

Posizione impervia per quello che un tempo era un arco cenobio, il più importante dei tanti luoghi di culto rupestre della Montagna dei Fiori.

I boschi hanno tonalità grigio scuro.


D’inverno i colori perdono incredibilmente vigore.
Faggi e abeti si contendono una frontiera di ecosistemi.
A primavera qui volano i falchi.
Ora la natura riposa.

Il monte Girella, una delle due vette gemelle, sembra una piramide che si alza, regina del tempo che qui sembra essersi fermato.

Torno nel rustico paese di Macchia da Sole per balze tra ciuffi d’erba, pietre, sprazzi di verde misto al bianco delle nevi e, in alto, cumulonembi gonfi di acqua.

L’antico borgo dei Priori, popolato di monaci, oblati e pastori, oggi soffre di spopolamento a causa delle scarse risorse della montagna teramana.

Pensare che un tempo qui esistevano due mulini di cui uno, in località Cannavine, che lavorava a pieno regime.

Dall’altra parte della valle la vista spazia sulla sfortunata Macchia da Borea, la parte povera del paese, dove il sole non abita mai e il freddo “fa cadere i denti senza la tenaglia”, come dice il vecchio Oscar, una vita trascorsa, in ogni stagione dell’anno, tra pecore, capre e formaggi.

Dai resti della possente rocca del Re Manfredi, a picco sulle selvagge gole del Salinello, il mare in fondo all’orizzonte, appare come un miraggio lontano.

Da questa sorta di scatolone tozzo, cubo di pietre transennate dei cui restauri si favoleggia da anni, l’Adriatico lo si può immaginare spumeggiante in inverno tra le spiagge di Alba Adriatica e Tortoreto.

Monte e mare divisi da chilometri di scenografici tornanti.


Il comprensorio dei Gemelli potrebbe vivere turisticamente di rendita tra natura, storia e gastronomia.
E anche misteri!

Le leggende che popolano ciò che resta dei mitici bastioni di Castel Manfrino e le orride gole, gli affascinanti paesi abbandonati di là di Leofara, potrebbero essere ulteriore richiamo per il turismo.

Coperti agli occhi dei comuni mortali, i tanti eremi sparsi lungo il frastagliato corso del fiume, un tempo rifugio di asceti e briganti, avvolti da un intricato dedalo di vegetazione, evocano storie inquietanti.

E invece qui le presenze non decollano nonostante che nel piccolo e unico hotel ristorante della zona si mangi benissimo.

La promozione del territorio è poca cosa.
Eppure qualcuno aveva idee grandiose per il distretto dei “due Regni”.

Molti affermano che l’Ente Parco dimentica questa zona, nonostante anni fa in pompa magna fosse stato inaugurato un bel punto informativo.

A una manciata di tornanti, oltre 1000 metri di altitudine, il borgo di Piano Maggiore col suo pugno di case abbandonate che si animano in estate, ricorda una storia terribile del 1500 quando un gruppo di nove donne ritenute responsabili di crudeli sortilegi, furono processate, costrette a confessare reati mai commessi e condannate al rogo.

La vecchia chiesina di San Pietro custodisce un ossario, dove la tradizione orale racconta fossero custoditi i resti di alcuni temibili briganti quali Antonio di Forca e Berardino di Celidonia con parte del manipolo di manigoldi con cui dividevano le loro malefatte.

Il brigantaggio da queste parti non è mai mancato dal Medioevo in poi, col suo carico di temibili personaggi quali Marco Sciarra, Ursino di Sabatuccio, Alfonso Piccolomini.

Il tempo volge al bello ora che si va verso il tramonto.

Il cielo si tinge di colori.
Le striature di rosso rubino si alternano al blu dei lapislazzuli al topazio color sole, al viola dell’ametista. Una meraviglia!


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Articolo redatto da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".

L'articolo è stato pubblicato su:
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martedì 6 marzo 2012

Spaghetti con tonno, acciughe, chorizo e verdure varie


 Per realizzazione del condimento degli odierni spaghetti adoperiamo i seguenti spaghetti:
Spanish Chorizo Ring, tonno, alcune acciughe, zucchine, pomodorini, broccoli e un gambo di sedano.


1° Fase : Inziare a cuocere in abbondante acqua i broccoli.
L'acqua di cottura dei broccoli verrà utilizzata anche nella cottura del sugo e per bollire gli spaghetti.


2° Fase : Inziare la preparazione del condimento sfriggendo in olio d'oliva una mezza cipolla e qualche aglio


3° Fase : Dopo 2 minuti togliere cipolla e aglio, per evitare che si brucino, e inserire lo Spanish Chorizo Ring.
La salciccia piccante deve essere tagliata a dadini.


4° Fase : Dopo 4 minuti inserire le acciughe


5° Fase : Dopo 5 minuti diluire con un coppino di acqua di cottura dei broccoli


Dopo 7 minuti aggiungere il gambo di sedano tagliato a dadini e reintrodurre cipolla e aglio


6° Fase : I Broccoli sono pronti e si possono scolare lasciandoli raffreddare in un piatto.
(durata della cottura dei broccoli : 6 minuti)


7° Fase : Dopo 13 minuti inserire il tonno.
A questo punto insaporare con un pizzico di sale e un cucchiaino di dado in polvere


8° Fase : Dopo 17 minuti inserire le zucchine


9° Fase : Dopo 33 minuti inserire i pomodorini


10° Fase : Dopo 40 minuti aggiungere i broccoli


Ancora 2 minuti di cottura e il condimento è pronto.


Dalla settima fase fino al termine della cottura inserire di volta in volta alcuni coppini di acqua di cottura dei broccoli per rendere il condimento più morbido

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Le foto di tutti i piatti preparati possono essere visionati su Facebook
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sabato 3 marzo 2012

Ruspe a Martese di Rocca Santa Maria, nel borgo dedicato al dio Marte!


Il paese sorse nel 1600 per accogliere un gruppo di persone costrette a fuggire dal loro borgo natio, “Force”, incendiato da una masnada di briganti.


L’ultima volta che avevo visitato il borgo abbandonato di Martese, puntino indefinibile sulla mappa, pulviscolo di carta geografica nei pressi dell’abitato di Rocca Santa Maria, era sempre pieno inverno.

Ricordo il vento e la luce prodigiosa di quella domenica.

Il minuscolo paese, affogato nella sterpaglia tra topi e serpenti, invitava a un eremitaggio perfetto in simbiosi con la terra.

Le magiche sensazioni provenienti dal passato si univano all’emozione trasmessa da un paesaggio incredibilmente bello.


Le famose faggete della foresta martese esibivano colori vividi nonostante la stagione del riposo.

Gli alberi da queste parti, si sa, crescono lentamente, senza fretta.

La loro fibra elastica acquista vigore e si slancia verso il cielo solo dopo aver costruito fondamenta solide e robuste.
Meraviglie vegetali che fanno pensare ai “Pilastri della terra”, il romanzo di Ken Follett.

In paese, l’architrave di una finestra con la data del 1772, apriva uno squarcio sulla storia.

Tra un sipario e l’altro di nubi comparivano, ciclopi di pietra, le creste del Pizzo di Moscio e del monte Gorzano.
Persino le case sventrate e ingiuriate dal tempo, il pugno di tetti crollati e i monconi di mura, destavano ammirazione.

Le vecchie abitazioni, irrimediabilmente mute, di una rusticità ancora orgogliosa, continuavano a trasmettere il calore di famiglie ormai scomparse.

Sui rami del vecchio fico alle porte del paese, si erano raccolte decine di uccelli selvatici che sparavano trilli incredibili e schiamazzavano come vecchie comari che riempiono del loro chiacchiericcio una piazza.
 
Ricordo che pensai alle parole del giornalista Paolo Rumiz che, parlando di rovine, ebbe a dire che saranno pure sinistre ma piene di storie e che i morti fanno sempre meno paura dei vivi.

Quell’essere in una terra di nessuno, quel visitare uno spazio dove non era rimasto nessuno ti eleggeva cacciatore di segreti.

Che bello che era lo sbecco di un comignolo che resisteva su di un tetto semi crollato in mezzo a un ginepraio irto di spine e cespugli di more.

Pareva quasi che gli antichi inquilini proteggessero la loro privacy in questo bazar impazzito di valli e cime.
Tornarci ora e trovare le misere case imbracate come unico cubo di tufo è stato un colpo al cuore.

Martese non è più rassegnata all’abbandono.

Oggi è interamente in ristrutturazione.
Ruspe, gru e operai a lavoro squarciano il silenzio di lunghi anni.

Anzi squarciavano perché è anche vero che i lavori sono fermi da alcuni mesi.
Le maestranze che hanno realizzato l’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio, vorrebbero mutuare anche qui la fortunata esperienza aquilana ma i problemi sono tanti.

Prima o poi comunque le mura screziate di marrone con pietre in ocra di tinte ammuffite dal tempo, lasceranno il posto a nuove abitazioni.
E da queste parti, inglesi e americani saranno di casa.

Speriamo che saranno salvati alcuni particolari stilistici di tutto pregio come l’arco che si apriva sulla strada maestra e che si preservino le tecniche costruttive e i materiali tipici del luogo.

Perché, il punto cruciale è: riusciranno le nostre montagne a conservare la propria identità, le proprie radici?


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Articolo redatto da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".

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venerdì 2 marzo 2012

Amarcord 1996: Club Alpino di Teramo ed Escursionismo



La commissione sezionale per l'escursionismo del CAI organizza un'attività volta
a far conoscere correttamente la montagna sensibilizzando ed educando gli escursionisti
ad una giusta fruizione dell'ambiente perchè è proprio vero che fa più danni un solo maleducato che mille escursionisti ben educati.

La filosofia che anima tutti noi del CAI è semplice e gratificante: camminare per conoscere, conoscere per apprezzare, apprezzare per tutelare.

Si propone quindi un escursionismo attento ai valori dell'uomo nel rispetto delle tradizioni e dell'ambiente servendosi dei sentieri montani senza lasciare traccia del proprio passaggio.

La realizzazione di escursioni e corsi di escursionismo è divenuto quindi strumento fondamentale per perseguire queste finalità dando a chi desidera incontrare la montagna e nuovi amici le nozioni fondamenti per vivere in sicurezza e nel giusto rispetto l'ambiente montano.

Nel corso del 1996 la commissione ha organizzato all'uopo diverse uscite nel Parco Gran Sasso Monti della Laga contribuendo a far conoscere questo suggestivo ambiente e un corso di escursionismo con 10 lezioni teoriche e 9 escursioni di verifica e approfondimento che hanno aiutato i partecipanti a capire l'importanza di andare in montagna con il giusto corredo di nozioni utili per la sicurezza loro e dell'ambiente.

Anche nel 1997 l'intento del corso che giungerà alla 3° edizione sarà quello di avvicinare più persone alla cultura della montagna non solo per una salutare attività fisica.

Ma con l'augurio che il programma escursionistico 1997 soddisfi tutti e e ci aiuti ad ingrandire il numero degli amici con cui dividere domenicalmente gioie e fatiche ripercorriamo con le immagini delle escursioni del 1996 dedicando questo collage di ricordi a chi le ha organizzate, a chi le ha accompagnate e soprattutto a chi le ha vissute.

Cioè noi.

(Testo elaborato da Sergio Scacchia estrapolato dal video)

Le immagini sono state estrapolate dal video


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Il video, della durata di 21 minuti circa, è stato realizzato da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo in collaborazione con Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri (Silenzi di Pietra - Il mio Ararat - Abruzzo nel cuore )
E' stato pubblicato su cinque canali di video sharing:
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Polenta con sugo di agnello


Ingredienti per realizzare il sugo: cipolla, un gambo di sedano, una carota, costolette d'agnello.

1° Fase : soffriggere cipolla e aglio e appena si sono rosolati toglierle dal tegame per evitare che si brucino


2° Fase : dopo 2 minuti iniziare a soffriggere le costolette d'agnello


3° Fase : dopo 7 minuti aggiungere del vino rosso alle costolette d'agnello (ho usato Montepulciano d'Abruzzo)


4° Fase : dopo 9 minuti aggiunere una carota e un sedano tagliati a dadini e reinserire nel tegame la cipolla e l'aglio tolti precedentemente


5° Fase : dopo 17 minuti aggiunere due scatole di salsa di pomodoro


6° Fase : dopo 17 minuti, appena l'acqua inizia a bollire aggiungere un pò d'olio e del sale e iniziare a introdurre la farina di mais a piccole dosi


7° Fase : dopo 18 minuti contemporaneamente all'inserimento della farina mescolare con la frusta da cucina fino a quando la polenta diventa più compatta


8° Fase : dopo 21 minuti proseguire nella preparazione della polenta adoperando il mestolo


Dopo 48 minuti di cottura con fiamma bassa il sugo è pronto


Dopo 64 minuti la polenta è pronta.


Lasciarla raffreddare e rassodare e servire con il condimento d'agnello e formaggio pecorino