Elenco dei premiati alla 18° edizione del Premio Borsellino 2013.
La cerimonia si è svolta a Roma presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio.
Premio Borsellino 2013 per l’impegno sociale a Luigina Di Liegro, della Fondazione “Di Liegro”
Laureata in Analisi delle politiche pubbliche e relazioni internazionali alla Columbia University di New York è impegnata in attività di volontariato presso diverse organizzazioni non lucrative di utilità sociale e ha organizzato la Conferenza Children & the Mediterranean Culture, Health and Urban Setting per la Fondazione Gaslini.
Accanto all’attività lavorativa, si dedica da sempre alla partecipazione civica soprattutto nell’ambito del volontariato sociale e nel settore socio-sanitario.
E’ stata tra i fondatori della Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro con sede a Roma e attualmente ne è presidente: la Fondazione è fortemente impegnata a sostenere le persone affette da disagio psichico e le loro famiglie, offrendo aiuto per superare situazioni di isolamento sociale e di solitudine affettiva.
Ha promosso la costituzione del Centro per l’Adozione Internazionale (CPAI) di Roma.
Ha sostenuto l’azione della Cooperativa Partire dagli ultimi in attività di servizi socio sanitari per l’accoglienza e l’inserimento delle persone che vivono nell’emarginazione e in condizioni di povertà.
E’ stata responsabile per la Caritas Diocesana di Roma (1985-1997) di progetti di raccolta fondi.
Premio Borsellino 2013 per l’impegno civile a Salvatore Càlleri,
della Fondazione Antonino Caponnetto
Presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, nata su idea della moglie Elisabetta Baldi che porta avanti un prezioso lavoro contro il crimine organizzato e per la promozione di una cultura della legalità soprattutto nelle scuole.
Dal 1992 fino al 6 dicembre 2002 è stato il più stretto collaboratore di Antonino Caponnetto.
Premio Borsellino 2013 per l’impegno civile a Luigi Cuomo,
della Nuova Quarto Calcio
Fino al febbraio del 2011 l’allora Quarto Calcio S.s.d. era uno dei tanti gingilli del clan Polverino, la potente organizzazione mafiosa della provincia di Napoli signori assoluti del traffico di droga.
E la locale squadra di calcio tornava utile per estendere il controllo criminale in ogni ambito della vita civile.
Non quindi soltanto un giocattolo nelle mani dei boss, ma un canale di pressione sull’amministrazione locale, un luogo per allacciare relazioni e favorire appalti, lo schermo per imporre alle imprese un pizzo mascherato da sponsorizzazione sportiva.
Poi il sequestro ottenuto dalla Procura antimafia.
Per la prima volta nel caso di una squadra di calcio, si è deciso di affidarne la guida ad un’associazione antiracket, in questo caso ad Sos Impresa.
Il procuratore antimafia Antonello Ardituro, dopo aver coordinato le indagini, si è buttato nell’avventura della squadra anticamorra, divenendone il presidente onorario.
Luigi Cuomo, presidente di Sos Impresa e invece il dirigente della Nuova Quarto Calcio che cerca di incardinare nell’esperienza calcistica, momenti di dibattito e sensibilizzazione».
Sono nate assemblee, iniziative pubbliche, momenti di confronto.
Premio Borsellino 2013 per il giornalismo a Sandra Rizza,
giornalista de “Il Fatto Quotidiano”
Per un decennio cronista giudiziaria all’Ansa di Palermo, ha imparato il mestiere di giornalista negli stanzoni de "L’Ora" di Palermo, negli anni caldi della guerra di mafia, passando presto alla cronaca nera e giudiziaria.
Ha collaborato con "Il manifesto" e con "La Stampa", ed è stata corrispondente dalla Sicilia del settimanale "Panorama" negli anni delle stragi 1992-93.
Oggi collabora con "MicroMega" e scrive su "Il Fatto Quotidiano".
Ha scritto "Rita Atria" e "Una ragazza contro la mafia".
Con Lo Bianco ha scritto "Rita Borsellino la sfida siciliana", "Il gioco grande", "Ipotesi su Provenzano", "L’agenda rossa di Paolo Borsellino", "Profondo nero" e "L’agenda nera".
Inoltre con Antonio Ingroia e Giuseppe Lo Bianco “Antonio Ingroia "Io so", e due ebook: "Il depistaggio" e "Petrolio e Sangue".
Premio Borsellino 2013 per il giornalismo a Giuseppe Lo Bianco,
giornalista de “Il Fatto Quotidiano”
Giuseppe Lo Bianco, cronista giudiziario da oltre venticinque anni a Palermo, ha lavorato al "Giornale di Sicilia2 e a "L’Ora" negli anni della guerra di mafia.
Oggi collabora con "Il Fatto Quotidiano" e con "MicroMega".
Ex corrispondente de “L’Espresso” dalla Sicilia, ha scritto con Franco Viviano "La strage degli eroi" e con Sandra Rizza "Rita Borsellino, la sfida siciliana", "Il gioco grande", "Ipotesi su Provenzano", "L’agenda rossa di Paolo Borsellino", "Profondo nero" e "L’agenda nera".
Inoltre con Antonio Ingroia e Sandra Rizza “Antonio Ingroia "Io so", e due ebook: "Il depistaggio" e "Petrolio e Sangue".
Premio Borsellino 2013 per il giornalismo a Giovanni Tìzian,
Giornalista de "L’Espresso"
Giornalista del gruppo l’Espresso, è della generazione nata nel 1982.
Scrive per il quotidiano la Repubblica, ma non ha abbandonato la Gazzetta di Modena, con cui nel 2012 ha vinto il premio per i giornalisti di provincia "Enzo Biagi".
Ha collaborato con il mensile "Narcomafie" e il portale Stop’ndrangheta.it.
Sempre nel 2012 gli sono state assegnate la menzione speciale al premio Biagio Agnes e la Colomba d’oro per la pace.
È autore del saggio inchiesta “Gotica. Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea" edito da Round Robin.
Dal 2011 vive sotto scorta.
Si occupa di giudiziaria, e soprattutto ama scavare la superficie della cronaca e realizzare inchieste.
Le relazioni tra mondo economico e organizzazioni mafiose, sono spesso al centro delle sue inchieste.
Ha conseguito la laurea in Criminologia nel 2008, con una tesi sulla “’ndrangheta transnazionale”. Appassionato di letteratura il suo interesse, per gli scrittori sud americani quali Josè Saramago in cima alla lista delle preferenze.
E’ uscito da pochi giorni il suo ultimo libro “La nostra guerra non è mai finita“ edito da Mondadori.
Premio Borsellino 2013 per la cultura a Giulio Cavalli, Attore
Dopo aver fondato a Lodi la compagnia "Bottega dei Mestieri Teatrali" produce lo spettacolo “(Re) Carlo (non) torna dalla battaglia di Poitiers", spettacolo sulla vicenda del G8 a Genova nel 2001 e sulla morte di Carlo Giuliani.
Del 2007 è "Bambini a dondolo", dramma sul turismo sessuale infantile.
Nel 2009 mette in scena il monologo "Do ut Des", spettacolo teatrale su riti e conviti mafiosi.
A causa delle minacce mafiose ricevute a seguito della messa in scena di quest’ultimo spettacolo, gli è stata assegnata una scorta.
Cavalli prosegue nella sua denuncia delle collusioni e infiltrazioni mafiose con RadioMafiopoli e altri spettacoli.
Nel 2011 in collaborazione con il regista Renato Sarti scrive e interpreta “L’innocenza di Giulio”, spettacolo sul processo al senatore Giulio Andreotti per i suoi rapporti con la mafia, spettacolo da cui nel 2012 è tratto il libro "L’innocenza di Giulio: Andreotti e la mafia".
Nell’agosto 2013 il collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura racconta il progetto della ‘Ndrangheta per fare fuori Giulio Cavalli.
Premio Borsellino 2013 per la cultura a Salvo Palazzolo,
Giornalista de “La Repubblica” e scrittore
"Ti racconterò tutte le storie che potrò" è un volume, curato dal giornalista Salvo Palazzolo, che raccoglie le memorie di Agnese Borsellino, la vedova del magistrato Paolo Borsellino.
Salvo Palazzolo, dopo la laurea in Giurisprudenza ha iniziato l’attività giornalistica nel 1992, al quotidiano L’Ora di Palermo.
Ha poi collaborato con i quotidiani Il Manifesto, La Sicilia e Il Mediterraneo, occupandosi di cronaca giudiziaria.
Per quest’ultimo quotidiano ha seguito le vicende del caso Contrada: riguardo l’ex agente segreto del Sisde condannato per concorso esterno in associazione mafiosa ha poi realizzato nel 1995 con Claudio Cugusi, dell’Unione Sarda, e in collaborazione con Video On Line il primo sito internet italiano su un processo penale.
Dal 1999 è redattore del quotidiano La Repubblica, ha continuato a seguire l’evoluzione del fenomeno mafioso.
Nel 2004 ha intervistato il capomafia in carcere Pietro Aglieri, ha poi scoperto la trattativa segreta fra i boss e un gruppo di sacerdoti, che dopo le stragi Falcone e Borsellino avrebbe dovuto portare alla dissociazione di alcuni mafiosi da Cosa nostra.
Ha collaborato con la società di produzione Magnolia e con la RAI come coautore di programmi televisivi di inchiesta su Cosa nostra, curati da Claudio Canepari e trasmessi da Rai 3: "Scacco al re", "La cattura di Provenzano", "Doppio gioco", "Le talpe dell’antimafia"; "Le mani su Palermo".
Quest’ultimo programma nel 2009 ha ricevuto il premio della critica alla XV edizione del premio giornalistico televisivo "Ilaria Alpi".
Premio Borsellino 2013 per la legalità a Ciro Corona,
Associazione (R)Esistenza di Scampia
Classe 1980.
Attuale presidente di (R)ESISTENZA, Associazione di lotta alla illegalità e alla cultura camorristica che opera nel quartiere Scampia di Napoli. (R)ESISTENZA nasce il 21 marzo del 2008, giornata nazionale dell’impegno civile contro le mafie e anno della cosiddetta tregua della faida di Scampia.
Nella convinzione che gli irrecuperabili non esistono, l’azione della nostra associazione è rivolta soprattutto ai figli dei camorristi e degli affiliati e, sin dall’inizio ha percorso la duplice strada della cultura e del lavoro, uniche armi di riscatto secondo noi per i giovani di Scampia.
Premio Borsellino 2013 per la legalità a Padre Maurizio Patriciello,
Parroco di Caivano (NA)
Parroco di Caivano, comune dell’entroterra napoletana, è uno degli ultimi e ormai rari “Preti di strada”. Stimatissimo, coraggiosissimo e amabilissimo "Prete anticamorra", è amatissimo dai suoi parrocchiani e anche da tanti che non sono suoi parrocchiani e molti altri ancora che non sono neanche “parrocchiani” di altre Chiese o di altre religioni.
Don Patriciello è famosissimo per le sue lotte in prima linea (forse molto più in prima linea di quelle istituzioni ben retribuite con i soldi degli italiani che dovrebbero fare la stessa cosa, anzi molto di più) a favore dell’ambiente e contro i malaffari (inquantificabili nella realtà, ma senz’altro miliardari) della camorra che, con i rifiuti tossici, sta impregnando la Campania tutta a danno di ambiente e salute.
Premio Borsellino 2013 a Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia
È nato a Napoli, già sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli dal 16 settembre1982 si è occupato di criminalità organizzata di tipo mafioso e terroristico-eversivo, facendo parte, dapprima, della sezione "Estorsioni e sequestri di persona" e, quindi, fin dalla sua costituzione, della Direzione Distrettuale Antimafia.
Dall’11 gennaio 1993 al 26 agosto 2001 ha svolto le funzioni di sostituto procuratore nazionale antimafia presso la Direzione Nazionale Antimafia.
In seguito, dal 27 agosto 2011 è stato procuratore della Repubblica aggiunto in Napoli.
Dal 1 novembre 2005 al 15 aprile 2009 è stato coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli.
In tale veste ha diretto le principali indagini nei confronti delle organizzazioni criminali operanti nella città di Napoli e nell’area casertana.
Vanno in particolare ricordati i procedimenti penali contro il gruppo stragista del "clan dei casalesi", che portarono alla completa disarticolazione dell’organizzazione criminosa, alla cattura e alla condanna di tutti i latitanti.
Dal 16 aprile 2009 è stato procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno ed ha coordinato personalmente la Direzione Distrettuale Antimafia. Il 25 luglio 2013 il Consiglio Superiore della Magistratura lo ha nominato Procuratore nazionale antimafia.