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domenica 22 aprile 2007

Mario Ambrosini: dall'antifascismo alle lotte sindacali. Brevi ricordi di un militante. (Parte 6°)

Dopo alcuni mesi dalla Liberazione vengo chiamato dal comando Alleato che risiedeva nel Palazzo Cerulli, di fronte al Teatro Comuna­le.

Dopo le presentazioni di rito, un alto ufficiale dell'esercito alleato mi chiese, mostrandomi un pezzo di carta, se quella ricevuta con la mia firma era la stessa che avevo rilasciato al sig. Giovanni Lera.

Penso che l'affermazione dell'autenticità della mia firma su quel fo­glietto consentì il rimborso al sig. Lera, mentre a me fu rilasciato un attestato di Combattente della Libertà.

Voglio anche testimoniare che nonostante le difficoltà, per operazioni di guerriglia furono scelte zone che non comportavano coinvolgimento della popolazione civile.
Tengo a ricordare la mia adesione al movimento antifascista avvenu­ta all'età di 15 anni

Terminato il periodo della lotta partigiana nel 1944 richiesi tramite domanda, firmata da due garanti, l'iscrizione al P.C.I. al quale fui ammesso.
Nel 1945 mi iscrissi al sindacato­.

A Liberazione avvenuta, il Comitato Provinciale di Liberazione. come primo atto, elegge a Prefetto di Terarno il partigiano capitano Lorenzini.
Iniziò il riordino amministrativo in tutti i Comuni della nostra Provincia e si appaltarono i lavori per la ricostruzione in seguito ai danni provocati dai bombardamenti alleati e dalle truppe tedesche nel corso della ritirata.

Convocato il Congresso del P.C.I., Segretario Provinciale venne elet­to Nicola Crapsi tecnico impegnato nella costruzione della Centrale di S.Giacomo.
Iniziò così il lavoro di organizzazione del P.C.I., mentre nel sindacato si avviò il lavoro di proselitismo ce di organizzazione.
Segretario provinciale della Camera del Lavoro Provinciale era il compagno Antonio Tosti.

Fu costituita una commissione giovanile composta da: Michele Artese e Marisa Savocco rappresentanti del partito socialista.

Salvatore Tirabove rappresentante repubblicano.
Orlando Esposito e Mario Ambrosini per il partito comunista e un rappresentante dell'azione cattolica.

Orlando Esposito lavorò alla ricostruzione del ponte di Cartecchio e fu eletto rappresentante sindacale.
Per la costruzione organizzativa del sindacato vi fu la collaborazione dei vari partiti anche se col tempo la situazione cambiò.

Devo necessariamente esporre in quale contesto si operava per or­ganizzare i partiti e il sindacato.

L'assetto economico della nostra Provincia si basava sulla grande proprietà agraria.
Poche famiglie erano proprietarie dei migliori terre­ni ed erano molto ricche, mentre tredicimila famiglie di mezzadri era­no molto povere e penalizzate da un capitolato colonico beffa stipula­to dopo l’avvento del fascismo.

Vi erano anche circa 14mila coltivatori diretti comprensivi anche di piccoli proprietari non coltivatori diretti.
Il lavoro nei campi si svolgeva a mano e con 1'ausilio dei buoi.

A quel tempo era in uso nelle famiglie contadine avere il calzolaio, il sarto, il fabbro nel corso dell'anno; il pagamento avveniva quando era terminata la mietitura.
Da considerare che l'energia elettrica non era sufficiente.

Pensate che i capoluoghi comunali erano scarsamente illuminati.
La maggior parte degli abitanti aveva installato uno strumento detto limitatore il quale scattava se si accendevano in contemporanea due lampadine e si rimaneva al buio

In tutte le case abitate dai contadini dislocate nelle campagne l'illumina­zione avveniva usando l'acetilene a carburo o il lume a petrolio.

Non era sviluppata la rete idrica, molte famiglie avevano il pozzo artesiano.
Nelle città le categorie più rappresentate erano: i fabbri. i falegnami, i sarti, gli edili e gli impiegati che sognavano le 1000 lire al mese.

Nel periodo anteguerra la situazione economica era molto grave.
La sporca guerra poi aggravò ulteriormente la situazione economica per la mancanza di braccia conseguente alla chiamata alle armi.

Ho voluto descrivere questa situazione per tenerla in giusta considerazione.

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Testimonianza di Mario Ambrosini
Tratto dalla Collana "Quaderni della memoria"
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