Giuliano Bernardi ha una faccia scolpita con l’accetta e cotta dal sole.
A sessant’anni suonati, ogni giorno che il buon Dio regala, accumula quanti più chilometri può a piedi.
Lo incontro mentre gronda sudore e marcia come di consueto.
La bocca aperta a portare più ossigeno ai polmoni, le guance scavate e la pelle tirata.
La testa nuda, lucida, bagnata, che appare più grande di quello che è.
Gli occhi duri, puntati dritti.
Le braccia compiono movimenti ampi e lenti. Le gambe pendolano, avanti e indietro con i quadricipiti che si gonfiano e danno leggerezza al corpo.
È stato a Campli partendo dal lungofiume di Teramo. Oltre dieci chilometri, passo più, passo meno.
“Amico mio – mi dice- la nostra città offre percorsi collinari di rara bellezza e pochi ne usufruiscono”.
Il percorso che parte dalla vecchia Interamnia e porta ai confini del Regno, nella città farnese e infine a Civitella del Tronto, ad esempio, è una passeggiata ricca di storia, ambiente, tradizioni.
L’itinerario parte da Teramo, presso il Ponte degli Impiccati, risale il lungofiume del Parco del Vezzola, percorrendo la pista ciclopedonale fino all’antico Ponte degli Stucchi.
Il manufatto medioevale è in parte coperto dai rovi.
Qui si potrebbe realizzare una passerella alternativa ed economica per scavalcare il greto del Vezzola.
Una breve salita di circa cento metri conduce al piazzale del Palazzetto dello Sport.
Si prosegue sulla stradina secondaria asfaltata, alternativa a quella principale, per attraversare lo sconosciuto centro storico del piccolo abitato di Scapriano.
Salendo si costeggia la chiesetta di San Martino da poco restaurata.
Raggiunta la strada principale, con traffico scarsissimo, si guadagna la sommità della collina.
Da qui il panorama è mozzafiato: lo sguardo spazia dal mare Adriatico, ai Monti Gemelli, la catena del Gran Sasso, la roccaforte di Civitella.
Una possibile breve deviazione permette di conoscere l’abitato abbandonato di Masseri di cui ho parlato in altre pagine di questo blog.
Ora inizia una discesa dapprima morbida poi ripida e si lascia la strada principale per inoltrarsi su di una carrareccia bianca.
Raggiunto il greto di un torrente che costeggia l’abitato di Campli, si risale la scalinata arrivando davanti la famosa Scala Santa, nel cuore del borgo antico.
Chi ha buone gambe potrebbe proseguire per Civitella del Tronto, in direzione del convento di San Bernardino, la Piana di Campovalano con i suoi scavi archeologici (tombe degli antichi Piceni) e la chiesa di San Pietro.
Si camminerà fin quando non apparirà il convento francescano della Madonna dei Lumi.
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Articolo pubblicato sul N°6 di Paesaggio Teramano (Febbraio - Marzo 2012)
Chi lo desidera può visionare la rivista in *pdf oppure fare il download dello stesso *pdf).
L'articolo è stato redatto da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".
L'articolo è stato condiviso su Facebook nella bacheca di Sergio Scacchia e nella pagina "Il Mio Ararat" e su Google Plus.
L'articolo è stato pubblicato dalla PacotVideo su:
(blog della Città di Teramo - blog di Pensieri Teramani)
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A sessant’anni suonati, ogni giorno che il buon Dio regala, accumula quanti più chilometri può a piedi.
Lo incontro mentre gronda sudore e marcia come di consueto.
La bocca aperta a portare più ossigeno ai polmoni, le guance scavate e la pelle tirata.
La testa nuda, lucida, bagnata, che appare più grande di quello che è.
Gli occhi duri, puntati dritti.
Le braccia compiono movimenti ampi e lenti. Le gambe pendolano, avanti e indietro con i quadricipiti che si gonfiano e danno leggerezza al corpo.
È stato a Campli partendo dal lungofiume di Teramo. Oltre dieci chilometri, passo più, passo meno.
“Amico mio – mi dice- la nostra città offre percorsi collinari di rara bellezza e pochi ne usufruiscono”.
Il percorso che parte dalla vecchia Interamnia e porta ai confini del Regno, nella città farnese e infine a Civitella del Tronto, ad esempio, è una passeggiata ricca di storia, ambiente, tradizioni.
L’itinerario parte da Teramo, presso il Ponte degli Impiccati, risale il lungofiume del Parco del Vezzola, percorrendo la pista ciclopedonale fino all’antico Ponte degli Stucchi.
Il manufatto medioevale è in parte coperto dai rovi.
Qui si potrebbe realizzare una passerella alternativa ed economica per scavalcare il greto del Vezzola.
Una breve salita di circa cento metri conduce al piazzale del Palazzetto dello Sport.
Si prosegue sulla stradina secondaria asfaltata, alternativa a quella principale, per attraversare lo sconosciuto centro storico del piccolo abitato di Scapriano.
Salendo si costeggia la chiesetta di San Martino da poco restaurata.
Raggiunta la strada principale, con traffico scarsissimo, si guadagna la sommità della collina.
Da qui il panorama è mozzafiato: lo sguardo spazia dal mare Adriatico, ai Monti Gemelli, la catena del Gran Sasso, la roccaforte di Civitella.
Una possibile breve deviazione permette di conoscere l’abitato abbandonato di Masseri di cui ho parlato in altre pagine di questo blog.
Ora inizia una discesa dapprima morbida poi ripida e si lascia la strada principale per inoltrarsi su di una carrareccia bianca.
Raggiunto il greto di un torrente che costeggia l’abitato di Campli, si risale la scalinata arrivando davanti la famosa Scala Santa, nel cuore del borgo antico.
Chi ha buone gambe potrebbe proseguire per Civitella del Tronto, in direzione del convento di San Bernardino, la Piana di Campovalano con i suoi scavi archeologici (tombe degli antichi Piceni) e la chiesa di San Pietro.
Si camminerà fin quando non apparirà il convento francescano della Madonna dei Lumi.
Articolo pubblicato sul N°6 di Paesaggio Teramano (Febbraio - Marzo 2012)
Chi lo desidera può visionare la rivista in *pdf oppure fare il download dello stesso *pdf).
L'articolo è stato redatto da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".
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