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mercoledì 13 febbraio 2013

La mia città


Come definire Teramo?
Malinconica, vitale, decadente, pigra, contraddittoria, misteriosa, imbrogliona, golosa, sensuale?
Non saprei quale aggettivo usare.
Io amo questo posto e non solo perché ci sono nato.
Adoro la sua indolenza, mi avvinghia il suo essere riservata, lontana dai fiumi di folla, dai sorrisi turistici, da palazzi sfarzosi.
Quello che mi attrae è la fantastica banalità di una città di provincia spalmata intorno a colli ubertosi e a metà strada tra mare e montagna.
La struttura medievale è stata cancellata in molte parti da sovrapposizioni urbanistiche e i “portici dell’ex Fumo” fanno da ragnatela del tempo che fu.
Vista dalle colline la città pare la stessa da sempre, l’”Interamnia”, tra i due fiumi.


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Articolo di Sergio Scacchia pubblicato sul blog Paesaggio Teramano collegato alla rivista omonima.
Sul blog "Paesaggio Teramano" possibilità di visionare o fare il download dei numeri della rivista già pubblicati.
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